
Erbe officinali: come si raccolgono e come si conservano
- Redazione Artigiano in Fiera
- 8 anni fa
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Per erbe officinali o piante medicinali si intendono quei vegetali cui sono riconosciute specifiche proprietà terapeutiche e curative e che vengono usate come estratti secchi, tinture madri od oli essenziali per curare o attenuare piccolo disturbi fisici.
L’ideale è coltivare le erbe officinali nel proprio giardino o sul balcone o terrazzo, possibilmente al riparo dallo smog. Se non si ha la possibilità di coltivarle allora è meglio scegliere un luogo che non sia vicino a fonti di inquinamento (industrie, strade trafficate o zone agricole in cui vengono utilizzati diserbanti) e possibilmente lontano dai centri abitati.
Erbe officinali: come si raccolgono
Saper scegliere il momento più adatto per raccogliere le erbe officinali è importante per preservare quanti più principi attivi è possibile. A seconda della parte della pianta utilizzata occorre procedere alla raccolta in periodi diversi e individuare il giusto grado di maturazione.
Le foglie vanno raccolte quando sono completamente sviluppate, ma ancora giovani, e nella maggior parte delle piante questa fase viene raggiunta poco prima della fioritura e lo stesso vale per gli steli e in generale la parte aerea (in caso di erbe senza fiori). All’inizio della fioritura, invece, si possono raccogliere i fiori, che non devono ancora essere completamente aperti. In piena fioritura si possono raccoglierei i tuberi, perché in quella fase contengono il massimo di sostanze nutritive.
Dopo la fioritura, invece, si procede alla raccolta dei bulbi. I frutti vanno raccolti in piena maturazione, quando sono nella fase in cui cambiano colore, mentre per i semi occorre aspettare che la pianta inizi a seccare e quindi raccoglierli quando essi sono in piena maturazione, ma non cadono ancora spontaneamente.
Le radici e i rizomi si possono raccogliere quando la pianta è in riposo vegetativo e dunque in autunno se si tratta di piante annuali o biennali e all’inizio della primavera in caso di piante perenni.
Infine, anche la corteccia di alcuni alberi può essere molto utile: dalle conifere e le piante resinose si raccoglie in primavera, per gli altri alberi in autunno se sono giovani e in inverno se sono adulti.
È importante ricordare che le erbe officinali non si raccolgono bagnate, quindi il momento ideale della giornata in cui procedere alla raccolta è metà mattinata, quando la rugiada si è già asciugata, ma il sole non batte ancora troppo forte, o nel tardo pomeriggio, prima del tramonto. Le erbe non si possono lavare con l’acqua una volta raccolte, perché perdono le loro proprietà, ma si può togliere la polvere o la terra con un panno inumidito.
Erbe officinali: come si conservano
Il metodo di conservazione migliore per le erbe officinali è l’essiccazione. Dopo aver tolto tutte le parti malate della pianta o colpite da parassiti, vanno essiccate in un ambente asciutto, ventilato e in cui non ci sia sole (perché ne altera i principi attivi) a una temperatura tra i 20 e i 30° C. Per radici, cortecce e fusto servono circa due settimane, per le foglie basta una settimana o al massimo dieci giorni, per i fiori sono sufficienti 3-4 giorni. Volendo si può utilizzare anche il forno, ma a una temperatura di 30-35° C per le parti aeree e di 50-60° C per radici e rizomi.
I fusti e gli steli con foglie possono essere essiccati appendendoli a testa in giù oppure distesi su graticci ricordandosi di girarli più volte per farli essiccare in modo uniforme. I tuberi, le radici e i rizomi, invece, vanno tagliati a pezzi di 4-5 centimetri ed essiccati al sole o in forno.
L’essiccazione è completa quando le foglie e i fiori sono fragili e leggeri e occorre stare attenti a non sbriciolarli.

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