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Fave fresche o secche, tutte le proprietà per il nostro benessere

Fave proprietà

Le fave sono i legumi che dominano le tavole primaverili. In commercio si possono trovare sia secche che fresche: nel primo caso durano più a lungo e si possono consumare durante tutto l’arco dell’anno, mentre nel secondo caso, durante la stagione giusta, devono essere comprate quando il baccello che le contiene è ancora croccante. E’ comunque importante consumarle nell’ambito di una alimentazione sana e bilanciata, proprio perché le loro proprietà sono utili per il benessere del nostro organismo.

Fave proprietà

Le fave contenogno principalmente acqua, insieme a fibre, proteine, carboidrati, vitamine del gruppo B, A e C, acido folico, che aiuta la funzionalità del sistema nervoso ed è un elemento preziosissimo per le donne in gravidanza, e sali minerali come fosforo e ferro. Possono essere utili in caso di anemia, proprio grazie al contenuto di ferro, mentre le fibre aiutano ad abbassare il livello del colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo) e a perdere peso. La vitamina A invece è un toccasana per la luminosità della pelle e in generale il consumo di fave può anche prevenire l’insorgenza di diabete, artrite e osteoporosi.

Come si cucinano

Dipende dalla tipologia: in caso di fave secche (che si possono acquistare sia con la buccia che decorticate) devono essere prima di tutto messe a bagno in acqua per 12 ore almeno, e poi cotte per due ore mescolando di tanto in tanto. Le fave fresche invece, dopo averle sgusciate, possono essere cotte subito. Con questo legume si possono preparare gustosi primi piatti, paste o risotti, vellutate, ma possono essere anche abbinate a secondi di carne o pesce. Quelle fresche, che si possono eventualmente anche conservare per qualche giorno in frigorifero, si possono mangiare anche appena sgusciate, accompagnate come vuole la tradizione al pecorino e ad un buon bicchiere di vino rosso durante una gita all’aria aperta.

Controindicazioni

Il consumo delle fave è sconsigliato per chi soffre di problemi intestinali in quanto la buccia ha un effetto lassativo. Inoltre non devono assolutamente mangiarle le persone che soffrono di favismo, una patologia diffusa in Italia soprattutto al Sud e nelle isole che dipende da una carenza congenita ed ereditaria di un enzima presente nei globuli rossi.

 

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