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Breve storia degli occhiali da sole

occhiali da sole

Se escludiamo le mascherine eschimesi (fatte di osso di tricheco o di legno e munite di una fessura) con cui gli inuit cacciavano sulle lande innevate senza essere abbagliati dal riflesso, i primissimi occhiali da sole con lenti e montatura, cioè nella forma che conosciamo oggi, sono stati inventati in Cina attorno all’Undicesimo Secolo.

Si trattava di oggetti piuttosto primitivi, rispetto agli occhiali da sole attuali: erano costituiti da lastre di quarzo affumicato incastrate in una montatura approssimativa, non proteggevano dai raggi UV e le lenti non erano correttive. Il pubblico di riferimento era formato da super-ricchi o da giudici che indossavano le lenti scure per non lasciar trapelare espressioni e emozioni dallo sguardo, quando esercitavano la giustizia. Insomma gli antichi giudici cinesi si comportavano in aula come alcuni moderni giocatori di poker che non vogliono far capire quando bluffano.

Occhiali da sole nell’età moderna

Attorno al quindicesimo secolo cominciarono ad arrivare in Italia, provenienti ancora dalla Cina, le prime lenti correttive oscurate, ancora rudimentali. E’ nel ‘700 però che comparvero modelli assai simili a quelli odierni:  a Venezia montature con lenti verdi erano usate dalla nobiltà (che si spostava in gondola sui canali), per proteggere gli occhi dai riverberi del sole sull’acqua. La caratteristica peculiare e per certi versi molto sorprendente dei “vetri da gondola” era la loro perfetta funzione di protezione dai raggi UV, cento anni prima che fossero scoperti. Il materiale con cui erano costruiti non è ancora stato analizzato a fondo e l’origine della proprietà protettiva resta avvolta dal mistero.

Negli stessi anni del 18esimo secolo, l’artigiano inglese James Ayscough, divenuto poi famoso come costruttore di microscopi, sperimentava lenti colorate per provare a correggere la vista. La sua teoria, basata su intuizioni pseudoscientifiche, metteva erroneamente in relazione i colori con specifici problemi degli occhi, ma contribuì alla diffusione degli occhiali da sole.

Occhiali da sole nell’età contemporanea

È nel ventesimo secolo che i sunglasses si diventarono nell’oggetto che conosciamo oggi, uscendo dall’alveo dell’artigianalità per imporsi come elemento di grande industrializzazione. I passaggi decisivi furono tre, ognuno rilevante per un aspetto diverso: il costume, l’impiego in ambito militare, la ricerca scientifica.

Già negli anni ’20 i divi della nascente industria cinematografica si facevano fotografare indossando lenti protettive, che inizialmente usavano nelle pause sul set, per proteggersi dalle luci molto forti degli studi di posa. Il passaggio all’uso degli occhiali scuri per accrescere il fascino e il mistero fu breve.

Come per tanti avanzamenti tecnologici anche nel nostro caso gli investimenti militari giocarono un ruolo fondamentale: negli anni ’30 gli aerei da guerra riuscirono a raggiungere quote sempre più elevate, ben al di sopra delle nuvole, dove il sole “picchia duro”. Per permettere una visione chiara ai piloti, si cominciarono a costruire occhiali con lenti oscurate a specchio.

Nel 1936 si compì il passo decisivo, grazie alle ricerche di Edwin H. Land, fondatore della Polaroid Corporation, che brevettò lenti anti-raggi UV. Inizialmente usati dall’aeronautica militare, i classici occhiali “a goccia” furono commercializzati poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e fecero breccia nel cuore (e sulla faccia) del grande pubblico.

 

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