Tisana e infuso, tutte le differenze
- Redazione Artigiano in Fiera
- 8 anni fa
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Nelle fredde serate invernali per riscaldarsi, godersi un po’ di sano relax, ma anche per farsi del bene sfruttando i principi attivi contenuti in molte piante non c’è niente di meglio di una buona tisana. O di un infuso? O forse sarebbe meglio un decotto?
Infatti bisogna fare attenzione perchè si tratta di tre termini molto diversi tra loro, che non sono sinonimi e ognuno ha un significato differente.
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Tisana e infuso: come si preparano
Con la parola ‘tisana’ in erboristeria si intende la preparazione in generale indipendentemente dal metodo estrattivo, che sia infuso, decotto o macerato.
Per preparare un infuso si utilizzano solitamente le foglie e i fiori della pianta. L’acqua bollente si deve versare direttamente sulla nostra malva ad esempio, o sull’ibisco, sulla camomilla, sulla menta, sull’alloro o sullo zenzero tanto per fare qualche esempio (la quantità è circa 1 cucchiaino per ogni tazza).
Si deve poi coprire il recipiente con un coperchio in modo da trattenere tutte le sostanze volatili. Il tempo di infusione cambia da pianta a pianta, essendo legato al tipo di principio attivo da estrarre, e al termine si deve filtrare il liquido con un colino a maglia fine.
Molto importante è non mischiare tra loro le parti dure e quelle tenere delle piante, che devono essere comunque sminuzzate, e in ogni caso, tisana e infuso che sia, è meglio non zuccherare la bevanda. Nel caso in cui non si riesca proprio a bere si può dolcificare con un cucchiaino di miele.
Tisana e infuso, le differenze con il decotto
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Il decotto si ottiene da diverse parti della pianta (foglie, radici e cortecce, ma anche semi e bacche): si devono mettere in un pentolino, da riempire d’acqua e da mettere sul fuoco con un coperchio fino a ebollizione per 5-10 minuti. Una volta che l’acqua bolle si deve spegnere il fornello e lasciare riposare per qualche minuto, sempre tenendo coperto.
Il macerato a freddo
Esiste poi un’altra modalità di estrazione che si effettua a freddo, ovvero il macerato: si pone la pianta in acqua e si lascia macerare, appunto, per circa 8 ore prima di filtrare.
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