Tabarro: storia, modelli e usi

Redazione Artigiano in Fiera
8 anni fa
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1 min

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Chi non lo conosce, lo chiama semplicemente mantello. Il tabarro è un capo da uomo tradizionale dalle origine antiche e dal fascino intramontabile, fatto a mano da abili sarti e da artigiani con lunga esperienza. La caratteristica di questo capospalla è l’allacciatura unica sotto il mento e la chiusura, che deve essere fatta buttando un’estremità sopra la spalla opposta in modo da coprire completamente la parte anteriore del corpo. Il polo produttivo del tabarro si concentra nel Veneto, dove sorgono tuttora i tabarrifici più importanti della produzione italiana.

Tabarro: breve storia

Nato con lo scopo di proteggere dal freddo e dalla pioggia, il tabarro vede una versione simile a quella attuale già nell’antica Roma, dove i senatori e i patrizi si coprivano con tonache drappeggiate lunghe fino ai piedi. Nel Medioevo il tabarro distingueva le classi sociali più agiate: veniva indossato dai medici, dai notai, dagli avvocati e dai cavalieri sopra l’armatura. Ed è proprio questo dettaglio a fare la differenza rispetto a tutti gli altri capispalla: da sempre il tabarro viene indossato sopra paltò, giacche e giubbotti e ancora oggi può essere messo su soprabiti, piumini leggeri e cappotti. Durante il Rinascimento cade in disuso presso l’aristocrazia e la borghesia e diventa il capo preferito di artigiani, contadini e pastori. Nell’ottocento è l’abito dandy per eccellenza, mentre durante il fascismo è considerato un capo anarchico, al punto che indossarlo pubblicamente viene proibito. Il tabarro corto è in uso presso il Regio Esercito Italiano dalla fine dell’ Ottocento al 1918, mentre negli anni ’50 è legato soprattutto all’immaginario rurale. Oggi è considerato un capo artigianale molto ricercato.

Tabarro: modelli

Il tabarro è sostanzialmente un mantello a ruota intera, che viene prodotto in tre lunghezze: al ginocchio, sotto al ginocchio e a metà polpaccio. Il modello più lungo è consigliato alle persone molto alte e, viceversa, quello più corto alle persone basse per slanciare la figura. Tradizionalmente il tabarro è nero o viene prodotto con colori scuri come il grigio, il verde e il blu notte, mentre i tessuti utilizzati sono diversi: il panno (composto dall’80% da lana e 20% polyestere), il cashmere per i tabarri più pregiati e la lana pettinata. Spesso per confezionare i tabarri vengono utilizzati 6-7 metri di stoffa lineare, con un’unica cucitura sul dorso, dettaglio che li rende ancora più preziosi.

Tabarro: accessori

A dispetto del suo aspetto lineare e minimal, il tabarro è un capo sartoriale molto pregiato e curato nei particolari. Tra i dettagli che fanno la differenza ci sono i colletti: possono essere di pelliccia ecologica o damascati, sagomati o lineari. In ogni caso sono fatti per essere sollevati per ripararsi dal freddo. Anche l’allacciatura è un dettaglio che nel tabarro diventa un vero e proprio vezzo: nei capi più pregiati gli alamari sono in argento e con l’effige del leone di San Marco.

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