La notte bianca del cibo e Pellegrino Artusi

Redazione Artigiano in Fiera
7 anni fa
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1 min

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Il 2018 è l’anno del Cibo italiano, com’è stato annunciato alla fine dello scorso anno dai ministri Franceschini e Martina contemporaneamente, per un evento che coinvolge da un lato il Ministero per le Politiche Agricole e dall’altro quello dei Beni Culturali.

Le elezioni politiche non hanno certamente giocato a favore dell’iniziativa, che ad oggi, manca ancora di un calendario ben definito. Resta però centrale un evento: il 4 agosto sarà la notte bianca del cibo italiano. La scelta della data non è casuale: coincide infatti con la data di nascita di Pellegrino Artusi che venne alla luce a Forlimpopoli il 4 agosto 1820.

Artusi fu un brillante commerciante che visse la maggior parte della sua vita a Firenze dove si era trasferito nel 1851 a seguito di una terribile scorribanda avvenuta nella sua casa ad opera della banda del Passatore. Educato, di buona famiglia e appassionato gourmet, non sapeva cucinare. Aveva però capito una cosa fondamentale: che alla cucina italiana serviva un’operazione simile a quella che Alessandro Manzoni aveva fatto per la lingua italiana. Possiamo dire che prima di Artusi non esisteva una cucina italiana. O meglio, esisteva un complesso enorme di ricette che nessuno aveva mai pensato di censire e ordinare.

Il lavoro di Artusi, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, è editato per la prima volta nel 1891 per l’editore Landi. La previsione di vendite è inizialmente negativa infatti vengono stampate solo mille copie. A differenziare l’opera di Artusi dalle altre erano i temi, quelli di una cucina radicata nelle case borghesi, non scritta, ma tramandata di generazione in generazione. Prima di lui si segnala solo una vera e propria pletora di pubblicazioni di cuochi impegnati nelle case dei nobili. Il risultato era una cucina di grande livello, internazionale, ma molto poco italiana.

Artusi no. Raccoglie le ricette dai suoi conoscenti e amici e le prova con l’aiuto dei due cuochi di fiducia, Francesco Ruffilli e Marietta Sabatini. La prima edizione viene “bruciata” in poco tempo. Il libro ha un successo insperato e le edizioni si susseguono, mentre continua il lavoro di Artusi che ha costruito una vera e propria rete di collaboratori in tutta Italia. Riceve lettere dai suoi lettori che chiedono lumi e suggeriscono varianti o nuove ricette. Lui registra tutto in modo minuzioso, annota, segnale le varianti, edizione dopo edizione. Nel 1911, alla sua morte, le edizioni sono già arrivate a 15 e le ricette sono passate dalle 475 della prima edizione alle 790 dell’ultima, pubblicata postuma.

Soprattutto “l’Artusi” (così è popolarmente conosciuto La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene) rappresenta un successo editoriale senza confronto, al punto da diventare uno dei libri più diffusi insieme a Pinocchio di Collodi e Cuore di De Amicis. Ecco perché la Notte bianca del cibo italiano è un’occasione da non sprecare per conoscere quello che, più che un ricettario, rappresenta un caposaldo della nostra letteratura.