
Export agroalimentare Made in Italy trainato da cioccolato, tè e caffè
- Redazione Artigiano in Fiera
- 6 anni fa
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Secondo i dati elaborati da Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Coldiretti Lombardia e Promos Italia l’export agroalimentare made in Italy è trainato da cioccolato, tè, caffè, spezie e piatti pronti. Questa informazione emerge da una elaborazione dei dati Istat 2016-2017 e ci fanno notare come in totale l’export agroalimentare italiano abbia raggiunto un valore di 40 miliardi con un aumento del 5,5%.
I principali partner sono la Germania, cui è destinato il 17,1% del nostro export, la Francia con l’11,2%, gli Stati Uniti con il 10%. I mercati emergenti sono rappresentati dalla Russia, con un incremento del 23,8%, la Cina con il +14,8% e la Spagna con il +13,3%. Tra i primi venti ci sono anche Giappone e Australia.
Ma vediamo nel dettaglio secondo la mappa realizzata da Promos Italia, i dati per i singoli settori dell’agroalimentare. Come detto, cioccolato, tè, caffè, spezie e piatti pronti trainano l’export con un totale di 6,7 miliardi e un aumento dell’8,6%. Non bisogna però trascurare il fatto che questo settore comprende diversi tipi di prodotti. A seguire ci sono i vini, che da soli raccolgono 6 miliardi di euro e il loro export ha registrato un aumento del 6,4%.

Il settore che registra una maggiore crescita è quello lattiero-caseario, con un +10,4% e un valore di 3,2 miliardi, seguito da quello delle acque minerali, con il +9,7% e un valore di 983 milioni di euro, e quello degli alimenti per animali con un +9,3% e un valore di 681 milioni. Troviamo poi quello di granaglie, amidi e derivati con un +7,1% e un valore di 1,36 miliardi.
Tra i settori che in termini assoluti contribuiscono maggiormente all’export del Made in Italy troviamo quello dell’uva e degli agrumi con 3,5 miliardi e un aumento del 4,2%, poi quello della frutta e gli ortaggi lavorati con 3,4 miliardi e un +0,9%, a seguire il settore della carne e prodotti derivati con 3,3 miliardi e un +4,4% e subito dopo il settore di cereali, riso e ortaggi con 2,4 miliardi e un +0,9%, e quello degli oli e grassi vegetali e animali con 2,2 miliardi, ma è l’unico leggermente in calo con un -0,7%.
Interessanti anche i dati degli altri settori: quello del pesce lavorato e derivati ottiene 443 milioni e un incremento del 6,1%, quello dei gelati raccoglie 230 milioni e ha registrato un +3%, quello della pesca e acquacoltura con 260 milioni e un +0,9%.
La mappa dell’export agroalimentare Made in Italy
Per quanto riguarda le province che esportano di più, in testa ci sono Cuneo e Verona con 3 miliardi di euro, seguite da Milano con 1,6 miliardi, poi troviamo Parma, Bolzano, Salerno e Modena. Cuneo è anche quella che ha registrato una maggiore crescita tra le prime venti con un +11%, seguita da Ravenna con un +8,1% e Treviso con un +6,2%.
La Germania è il principale mercato di destinazione dei nostri prodotti nella maggior parte dei settori e cioè prodotti da forno e farinacei (14,6%), uva e agrumi (31%), gelati (19,7%), frutta e ortaggi lavorati (19%), carne e prodotti derivati (20,4%), pesce lavorato e derivati (13,4%), cereali, riso e ortaggi (23,4%). La Francia, invece, è il maggior partner per quanto riguarda i settori come cioccolato, tè, caffè, spezie e piatti pronti (13,5%), granaglie, amidi e derivati (16,3%) e settore lattiero caseario (18,5%).
Gli Stati Uniti sono il nostro primo mercato di riferimento nei settori dell’export agroalimentare Made in Italy come oli e grassi vegetali e animali (24,4%), vini (23,5%) e acque minerali (25%). La Spagna è la principale importatrice di pesci e crostacei italiani (32%), mentre le Filippine lo sono di alimenti per animali Made in Italy con il 7%, seguite da Grecia con il 6,8% e Francia con il 6,2%.

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