Come si fanno le maschere di cartapesta veneziana
- Redazione Artigiano in Fiera
- 9 anni fa
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E’ divenuta un grande classico di Venezia, un prodotto conosciuto in tutto il mondo: la maschera di cartapesta veneziana.
Storicamente a Venezia la maschera di carnevale era un simbolo di libertà e di trasgressione alle regole della Serenissima Repubblica. Con il passare degli anni divenne sempre di più un oggetto richiesto sia dai veneziani che dai turisti nel periodo di Carnevale, facendone crescere esponenzialmente la domanda. Come sempre accade, dove c’è una domanda si sviluppa anche un’offerta commerciale: nel ‘700 in particolare, la figura del mascheraio si diffuse rapidamente in tutto il territorio veneziano, tanto che nel 1773 esistevano 12 botteghe artigianali di maschere di cartapesta che lavoravano a pieno regime, visto l’uso che se ne faceva!
Le tipiche maschere veneziane (quelle che conosciamo bene ancora oggi) vengono prodotte in modi diversi, con vari colori e decorazioni, ma tutte hanno una cosa in comune: sono fatte in cartapesta!
Per saperne di più su come vengono fatte le maschere in cartapesta siamo andati da La Fucina dei Miracoli, artigiano veneziano che ha ideato una tecnica di produzione che unisce tradizione e innovazione.
Come si fanno le maschere di cartapesta? Un artigiano veneziano ci svela alcuni suoi segreti!
La Fucina dei Miracoli, bottega artigiana fondata nel 1975 dall’attore e scenografo veronese Vincenzo Della Croce, ha creato un modo innovativo per creare le maschere di cartapesta. Un metodo che unisce la tradizione del 1300 con l’innovazione.
Per produrre una maschera di cartapesta ovviamente si parte dalla materia prima: la carta. Quella dei giornali vecchi è perfetta per questo scopo. Tradizionalmente, il primo passaggio è di creare una specie di “poltiglia” con la carta per poi poterla pestare con un mortaio (da qui il nome di “cartapesta”).
Per velocizzare questo passaggio, il nostro Vincenzo ha creato una specie di frullatore che frulla la carta una volta ammorbidita.
A questo punto, per modellare la carta e dargli la forma della maschera è necessario avere uno “stampo”. Per fare questo procedimento, Vincenzo ha avuto un’idea: sfruttare la legge di Pascal sulla meccanica dei fluidi!
In pratica, per ciascun modello di maschera ha fatto creare uno stampo apposito in rame forato: una specie di “scolapasta” a forma di faccia! Con una pompa, Vincenzo crea il vuoto all’interno dello stampo, attirando quindi sia “l’impasto” di cartapesta che l’acqua che viene utilizzato per mantenerla poltiglia. In questo modo, l’acqua esce dai buchini del rame, mentre la cartapesta rimane adesa allo stampo. Per la legge di Pascal, tutta la superficie della maschera avrà lo stesso spessore: sapienza degli artigiani…!
Questo primo passaggio dà la forma alla maschera: successivamente, l’abbozzo di maschera di cartapesta deve essere lavorato per prepararlo alla rifinitura. Innanzitutto deve essere messo ad asciugare: una volta asciutta, la cartapesta deve essere stirata. Per farlo, Vincenzo utilizza un altro strumento inventato da lui: una specie di “ferro da stiro” fatto a forma di maschera (ovviamente ogni modello avrà il suo ferro da stiro diverso). Una volta scaldato, viene inserito l’abbozzo di maschera ottenuto con la lavorazione precedente, oltre a un ulteriore “stampino” fatto di gomma dura – lui utilizza quella che viene usata per le gomme dei passeggini da bambini, perché molto dura e resistente. In questo modo, la gomma schiaccia la carta contro al ferro caldo e stira la maschera!
Una volta stirata, la maschera prende la caratteristica superficie liscia, che verrà poi decorata rigorosamente a mano a seconda del modello e del disegno che si vorrà creare.
Questo procedimento è frutto di numerosi esperimenti, che hanno permesso di ottenere delle maschere uniformi, perfettamente lisce (senza “rughe”) e ottime per le lavorazioni più complesse. Un vero must per il carnevale di Venezia (e non solo), insomma!
La produzione di una maschera di cartapesta | Video
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