
Gioielli in corallo rosso: doni preziosi del Mediterraneo
- Redazione Artigiano in Fiera
- 9 anni fa
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Il corallo rosso del Mediterraneo è una materia prima unica al mondo, un prezioso che a differenza dei minerali è teoricamente infinito. La sua disponibilità è naturalmente subordinata a uno sfruttamento consapevole e non intensivo, proprio come quello effettuato in Sardegna, tra i luoghi d’elezione del corallo rosso.
Il corallo da solo però non è sufficiente a creare un bel gioiello: ci vuole una mano esperta a forgiarlo. E, alla mano, va unita una fervida immaginazione. Fantasia e manualità sono gli ingredienti di cui da anni si avvale Ciro Carbonella, veterano di Artigiano in Fiera che ci ha raccontato com’è l’attività di un artigiano del corallo:
Io vivo in Sardegna dal 1983, ma sono originario di Torre del Greco, la capitale mondiale della lavorazione del corallo. Vengo quindi da una città con alcuni secoli di tradizione nella lavorazione del corallo. Qualche decennio fa ognuno aveva un parente, se non il padre stesso, che aveva una bottega dove andare a imparare il mestiere artigianale. Si trattava di piccolissimi laboratori a conduzione familiare. C’era no e ci sono anche le scuole (sia a Torre che ad Alghero), ma il lavoro lo si imparava “prendendo la scopa in mano”. Attorno al corallo c’era una filiera diffusa, un grande indotto, perché ci sono altre fasi importanti nella lavorazione oltre al taglio. Per esempio si dava il corallo tagliato a altre famiglie perché fosse bucato e infilato.
Oggi purtroppo queste microimprese sono molte meno rispetto a trenta o quaranta anni fa: il materiale costa molto e non tutti riescono a sostenere le spese.
Le metodologie di lavoro sono le stesse di quando ha cominciato ?
Tanti anni fa ero un artigiano “puro”: compravo il corallo, lo lavoravo e lo “infilavo”, lasciando collane e bracciali aperti. Arrivava poi il grossista che comprava i fili, non la collana fatta e finita. Successivamente ho cominciato a produrre i gioielli dall’inizio alla fine. Oggi nel mio negozio ho produzioni diversissime tra loro, ho dato sfogo alla fantasia. Sono centinaia i pezzi diversi l’uno dall’altro. Quando vendevo all’ingrosso il lavoro era più omologato, lavorando per conto proprio c’è più spazio per la creatività.
Come ci si approccia al corallo inteso come materiale prezioso?
Quando si compra la materia prima, si spendono svariate migliaia di euro, quindi il taglio va fatto con grande cognizione di causa.Il corallo è un ramo e ogni taglio corrisponde a un diverso tipo di lavorazione, per esempio una pallina o un barilotto.Insomma ogni taglio azzardato è una perdita in termini economici: quando ci si approccia al materiale bisogna già avere in testa che tipo di gioiello si vuole ottenere.
Quanto piace alla gente un gioiello di corallo?
La crisi economica si fa sentire… Sappiamo che agli italiani piace il bello, ma il ceto medio che esisteva una volta non ha più il potere di acquisto di qualche anno fa: oggi chi viene in vacanza in Sardegna fa fatica a comprare un gioiello in corallo…
Se faccio il paragone rispetto a vent’anni fa ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Ma un artigiano continua a lavorare perché dietro c’è la passione.
E’ solo la crisi economica a rendere più difficile, oggi rispetto al passato, il movimento nel mercato del corallo?
Non solo: un elemento molto negativo è stato l’arrivo sul mercato del cosiddetto bambù, un coralloide bianco che viene successivamente colorato, il cui costo è di molto inferiore a quello del vero corallo rosso del Mediterraneo. I clienti lo comprano per risparmiare, ma per noi artigiani del corallo quella è solo porcheria. Il vero corallo è un “prezioso”!
A volte anche un’informazione sbagliata rende difficile il nostro lavoro. E’ chiaro che le barriere coralline tropicali non si possono toccare, ma qui nel Mediterraneo la pesca del corallo è regolamentata e effettuata da professionisti, a mano: perciò la “cattiva fama ecologica” che il pubblico più disattento attribuisce al corallo è del tutto immotivata.

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