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Dentro il prodotto: il vetro di Burano e Murano

vetro di burano

Il vetro di Burano, come il vetro di Murano, è famoso in tutto il mondo. La soffiatura del vetro è un’arte millenaria, che affonda le sue radici in questa zona. Ancora oggi i maestri del vetro di Burano e di Murano lavorano questo materiale con tecniche che vengono tramandate di generazione in generazione, ma con un occhio sempre all’innovazione.

Per “toccare con mano” la produzione di oggetti di vetro di Burano artigianale, siamo andati a trovare la bottega Vetri d’Arte, dove il titolare Giorgio Rossetti ci ha raccontato alcuni segreti del suo mestiere.

 

La tecnica della soffiatura del vetro di Burano e Murano

Il maestro vetraio Giorgio Rossetti ci ha mostrato la tecnica del vetro soffiato con l’inclusione di murrine e foglia d’oro.

Quella del vetro soffiato è una tecnica molto complessa perché lavora il vetro di pochi decimi di millimetro di spessore, e tutto a mano libera. In questa lavorazione, solo l’occhio del maestro può arrivare a capire fino a quando si può lavorare il vetro prima che si rompa.

Il pezzo inizia a essere lavorato portandolo a 1.200-1.300 gradi da dei “cannelli”, da cui fuoriesce una fiammata comandata dal maestro. Successivamente si porta la temperatura del vetro a circa 800-850 gradi, per iniziare a lavorarlo.
Queste cannule vengono comandate da un pedale: nel momento in cui il maestro va alla lavorazione del vetro di Burano la fiamma deve ritrarsi, per fare in modo che le mani non vengano bruciate. Il meccanismo è simile a quello delle automobili, con un acceleratore e un “freno”.

Il tutto è fatto rigorosamente a occhio nudo: in base all’intensità del colore del vetro il maestro riesce a capire quanto è caldo!

Il successo del “montaggio” di un pezzo fatto da vari componenti dipende tutto dalla sinergia di un team (in questo caso di due persone, padre e figlio) che lavorano contemporaneamente in due postazioni adiacenti. L’intesa è fondamentale, ed è fatta da piccoli gesti del corpo e degli attrezzi che vengono utilizzati. In questo senso, la lavorazione del vetro di Burano e di Murano è anche una scuola di vita: non esiste un bravo maestro se non c’è un bravo serviente.

Il maestro , solo guardando il compagno di lavoro negli occhi o facendo un cenno con l’attrezzo, deve riuscire a farsi dare i vari componenti con la giusta tempistica. Per attaccare i pezzi in maniera perfetta deve essere trovato il momento giusto per fare avvenire il connubio tra i due team.

Per iniziare viene eseguita una prima soffiatura, attraverso la quale si ottiene una specie di bolla. Il primo passaggio fondamentale nella creazione di un pezzo è che questa bolla sia centrica al ferro che si utilizza per soffiare. Questo è molto importante perché altrimenti gli spessori del vetro finito saranno diversi. E le differenze di spessore, in fase di raffreddamento, creano delle tensioni che al 90% provocano la rottura del vetro. Una delle prime abilità del maestro sta proprio nel mantenere centrica la bolla.

Le murrine vengono poi attaccate e fuse all’interno del vetro, andando a creare la prima colorazione. Subito dopo viene applicata la foglia d’oro.

Tutta la lavorazione viene eseguita utilizzando con grande abilità alcuni strumenti in ferro per forgiare il pezzo. Per dare al vetro di Burano la forma desiderata bisogna lavorare in concerto con l’altro maestro che fornisce i vari componenti che andranno a formare il prodotto finito. Una sinfonia di lavoro in team, l’unico modo per ottenere un prodotto ben fatto.

Una volta fatta la forma definitiva, il pezzo viene messo in un forno a 450 gradi e lasciato raffreddare in maniera graduale per 24 ore. Questo momento della lavorazione è molto importante perché le colorazioni inserite con le murrine vengono ottenute con minerali diversi (ad esempio il blu viene fatto con il cobalto, il bianco con l’arsenico). Questi minerali, amalgamati tra loro durante la lavorazione a una temperatura variabile tra i 900 e i 1.400 gradi, creano all’interno del pezzo delle tensioni a causa delle diverse velocità di raffreddamento.

Mettendo il pezzo in forno per 24 ore e facendolo raffreddare con questa tecnica, il vetro di Burano viene temprato e non presenta più queste tensioni, diventando solido. Dopo le ore di attesa, l’oggetto è finito ed è pronto a essere utilizzato per lo scopo per cui viene fatto.

 

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