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Ceramica italiana, le tappe della sua diffusione

ceramica italiana
Come tutte le tradizioni artigianali anche quella della ceramica risale alla notte dei tempi. Infatti i manufatti di tipo grezzo più antichi risalirebbero al XI millennio a.C. e sono stati ritrovati in Kyushu, Giappone.
Oggi vi raccontiamo la storia dell’evoluzione di questo materiale inorganico che oggi è usato per creare pezzi di design, ma anche per migliorare le prestazioni di un’auto da corsa.

Ceramica, il viaggio dal Giappone all’Italia in pochi secoli

La ceramica dipinta venne esportata dall’Anatolia e dai territori siriaci verso l’Europa intorno al III millennio a.C.
L’introduzione della verniciatura vetrosa, in uso a partire dal II millennio a.C. in Mesopotamia, migliorò ulteriormente la resistenza all’usura e le caratteristiche estetiche. L’antica Grecia ereditò la tecnica della ceramica dalla civiltà minoico-micenea tanto che dal VI al V secolo a.C. Atene dominò i mercati con la sua produzione di vasi, ma nel IV secolo a.C. iniziò un lento e inarrestabile declino. Sorsero altre fabbriche locali in Beozia, Etruria, Magna Grecia e Sicilia. La produzione di queste lasciò un segno tanto profondo che, molti secoli, dopo, Josiah Wedgwood chiamò Etruria la sua manifattura di porcellane, destinata a diventare una delle più famose del mondo.

Intorno all’anno mille nel tentativo di imitare i prodotti orientali gli artigiani europei crearono la maiolica.

Verso la fine dell’Ottocento la produzione di ceramica prende corpo, grazie all’introduzione di alcune tecniche industrializzate. In Italia, nel modenese, si mette a punto una tecnica che permette di aumentare la produzione di piastrelle, all’epoca in uso quasi solo in cucina e bagno.

Negli anni cinquanta si introducono altre consistenti migliorie, quali la pressa automatica e il forno a tunnel. Con queste varianti si riesce infine a raggiungere una produzione su scala medio-larga, necessaria per sostenere un mercato in forte espansione. Ma è negli anni sessanta e settanta che il mercato della ceramica italiana vede una vera impennata. La produzione viene completamente automatizzata in tutte le sue fasi e viene introdotto un nuovo macchinario: l’atomizzatore.

Dagli anni ottanta in poi, infine, la produzione della ceramica italiana si concentra soprattutto sulle tecniche di cottura veloce (cottura rapida monostrato) e sulla riduzione dell’impatto ambientale della produzione.
Negli ultimi anni la ceramica è utilizzata anche per la costruzione di dischi per impianti frenanti, mescole di carbonio e ceramica, in grado di diminuire l’effetto del fading. Naturalmente questi pezzi esclusivi vengono montati solo su vetture di alto livello, come Ferrari, Porsche e Lamborghini.

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