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APE Italian Style: magliette e felpe “intelligenti”

Ad Artigiano in Fiera 2015 abbiamo incontrato Alessandro Ferrari, titolare di A.p.E. Social Wear, che ci ha raccontato in questa breve intervista fatta tra le corsie della fiera, quando e come è nata la sua attività artigianale, votata alla promozione di una linea di magliette intelligenti.

Qual è l’idea alla base del progetto Ape?

L’idea è quella di creare un marchio di magliette intelligenti, perché da noi magliette e felpe sono realizzate da lavoratori di una cooperativa sociale. Questo significa che si prendono i classici due piccioni con una fava: acquistando una maglietta compri qualcosa di bello per te e contemporaneamente aiuti gli altri.

Sei tu il designer?

Sì, di solito sì, poi a volte capita che chieda su Facebook se qualcuno ha delle idee… Nelle nostre realizzazioni c’è il contributo anche di tante persone che ci stanno vicine!


Come sono prodotte le magliette intelligenti e le felpe?

Tutto nasce da uno spunto che spesso mi arriva dall’osservare la realtà quotidiana. Io faccio l’educatore in un oratorio e vedo come si vestono i ragazzi, quello che vorrebbero… rielaboro un po’ queste idee con alcuni collaboratori come un grafico e un fotografo e poi alla fine arriva il momento della vera e propria lavorazione nella nostra cooperativa sociale.

Chi lavora nella moda solidale?

Ci sono ragazzi disabili o con problemi di inserimento lavorativo, che transitano dalla cooperativa. Magari i capi richiedono un po’ di tempo in più per essere confezionati, ma sono fatti con cura e sono uno diverso dall’altro, perché ognuno ci mette la “sua mano”. Abbiamo tanti clienti che ritornano, che ci hanno apprezzati e diventano clienti abituali. Questo è un elemento di fiducia che ci spinge in alto!

Avete ambizioni di allargamento degli affari?

Sì certo! Il nostro sogno è aprire un negozio di moda solidale, ma andiamo per gradi e stiamo prendendo contatti con altri commercianti che si sono detti disposti a vendere la nostra linea di t-shirt e felpe.


Quanto incide la manodopera artigianale, nella formazione del prezzo di una maglietta?

Direi un 50%. C’è da aggiungere poi che, oltre a essere una cooperativa sociale, su ogni capo il 5% va in beneficenza al Sermig, l’Arsenale della Pace di Torino, quindi di margine ce ne resta ben poco… e tutto quanto viene reinvestito per creare altro lavoro! Ape non è legato alla logica del profitto, si autoalimenta giorno per giorno: il nostro motto è “il bene genera bene” con le magliette intelligenti!

 

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