Storia dell’armadio: dagli antichi all’età moderna
- Redazione Artigiano in Fiera
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La storia dell’armadio, mobile generalmente in legno con più ripiani sostenuti da fiancate verticali e chiuso sul davanti da sportelli, affonda le sue radici in età ellenistica. L’armadio fu poi adottato nell’antica Roma. I romani vi custodivano le armi (da arma deriva il termine armarium, armadio) così come i papiri e i Codici. Vediamo un po’ più da vicino come l’armadio si è evoluto nel corso dei secoli.
Dagli antichi al Rinascimento: l’evoluzione dell’armadio
Nell’antica Pompei sono stati rinvenuti esemplari di armadi a sportelli divisi in due scomparti, uno inferiore e uno superiore. Questi primi armadi venivano ricavati di solito da incavi del muro. La storia dell’armadio passa dunque per l’Italia e come vedremo nel Belpaese “sosterà” a lungo. In epoca cristiana nella chiese gli armadi custodivano l’Eucaristia, le reliquie, libri, oggetti sacri e arredi ecclesiastici.
Ecco perché gli armadi man mano verrano divisi in molti scompartimenti indipendenti. Nel 1394 nella sagrestia del nuovo duomo di Milano venne costruito un armadio monumentale per il quale fu necessario rompere le porte dell’edificio. Anche oggi nelle chiese l’armadietto che custodisce l’Eucaristia è spesso ricavato da nicchie o incavi nel muro.
La storia dell’armadio entra in una nuova era con il periodo gotico, a partire dal XIV secolo infatti cambia il modo di costruirlo. Si passa all’intelaiatura di piccole tavole sorrette da traversine mentre le ferramenta esteriori così antiestetiche cominciano a essere “nascoste” nel mobile. Allo stesso tempo la decorazione dell’armadio viene ricavata durante la costruzione dello stesso.
Come? Grazie alla combinazione dei piani e dai fregi delle varie parti. A prevalere è il lavoro d’intaglio e scultura ma le decorazioni pittoriche non spariscono del tutto. Mentre gli armadi delle chiese continuano a essere imponenti quelli delle abitazioni private cominciano a farsi più snelli. Nel Rinascimento la storia dell’armadio conosce un nuovo stile conforme a quello del periodo e che ne richiama l’architettura.
Tra l’altro gli armadi cominciano a essere dotati di sostegni o piedi in modo da agevolarne il trasporto. L’armadio a corpo unico durante il XVI secolo viene affiancato da quello a due corpi. Il corpo inferiore resta ampio e pesante, quello superiore, stretto e leggero, si staccherà via via sempre più dall’altro.
La storia dell’armadio dopo il 1500
Già nel 1500 l’armadio a due corpi era diventato più piccolo e dalle forme più delicate. Gli sportelli, ora anche a ribalta, chiudevano alla visuale esterna cassettini e scomparti segreti utili a conservare anche oggetti preziosi, come per le scrivanie. Sono gli armadi che precederanno le forme di maggior successo del secolo successivo, i cabinets, stipi zeppi d’intarsi e fregi. Seguendo lo stile francese Luigi XIV, l’armadio ritorna ampio e a un corpo solo con incrostazioni di legno prezioso, avorio e bronzo.
Lo stile Luigi XV invece è più sinuoso e morbido con l’introduzione di linee curve fino agli armadi stile Reggenza realizzati con legname fino, con tarsie color amaranto o rosa. Arriviamo così alla diffusione delle lacche cinesi e degli armadi realizzati secondo lo stile in auge alla reggia di Versailles. In Italia l’armadio domestico sarà influenzato nei secoli successivi, XVII e XVIII, da questo gusto, soprattutto nel Nord Italia.
Gli armadi ritorneranno sobri, ma spesso inespressivi e troppo rigidi, con la seguente affermazione del gusto neoclassico. Nei secoli successivi l’armadio ha poi ripercorso gli stili dei periodi antecedenti. Ciò vale specialmente per le produzioni artigianali, di maggior qualità e pregio. La produzione su larga scala sarà oggetto di disegno industriale e si standardizzerà su modelli più o meno elaborati costruiti con legnami più o meno costosi e pensati per le esigenze abitative delle famiglie e per le necessità di uffici e istituzioni pubbliche.
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