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Ceramiche: la tradizione vasaia tunisina all’Artigiano in Fiera

 

L’artigianato tunisino tra i protagonisti dell’Artigiano in Fiera 2016. Abbiamo già raccontato su queste pagine di Utica (l’Union tunisienne de l’industrie, du commerce et de l’artisanat) a sua volta facente parte del “Quartetto per il dialogo tunisino” che nel 2015 ha vinto il Nobel per la Pace “per il suo contributo decisivo alla costruzione di una democrazia pluralistica in Tunisia, sulla scia della Rivoluzione dei gelsomini del 2011”. Abbiamo parlato dell’impegno profuso da Utica per rilanciare il settore artigianale dando nuove opportunità di crescita e sviluppo al Paese e soprattutto ai suoi giovani.

Un impegno che si è fatto anche politico in senso stretto e che è culminato come detto con il prestigioso riconoscimento internazionale del Nobel per la Pace assegnato dall’Accademia svedese al Quartetto di cui Utica era una delle colonne portanti. Ricordiamo che Utica è riuscita, non senza difficoltà, a far convergere le posizione dei diversi partiti e forze politiche nazionali portando il paese sulla strada che nel 2014 gli ha assicurato la prima carta costituzionale del mondo arabo che garantisce libertà religiosa, libertà e diritti delle donne.

Tra i tanti stand dell’Artigiano in Fiera 2016 dedicati all’arte della ceramica, gli articoli tipici della tradizione vasaia tunisina non sono certo passati inosservati. Merito della maestria di artigiani i cui segreti sono tramandati da padre in figlio da tre generazioni, per vasi, ciotole, centrotavola, lampadari e altri articoli che rispecchiano tipicamente colori e forme dell’artigianato e della tradizione ceramistica e vasaia tunisina. Azzurro come il cielo e il mare, verde la speranza e il colore dell’Islam, giallo il sole e il deserto, il bianco simbolo di purezza.

Queste le quattro sfumature della tradizione vasaia tunisina come ci racconta Tawzy Benna:

Ho iniziato a lavorare il vasellame tunisino a 15 anni, ho imparato da mio padre ma prima c’era mio nonno: (io) sono la terza generazione. Il mio paese, la nostra economia, vive grazie al turismo e a questa forma di artigianato.

In Fiera Benna ha anche mostrato l’antica arte dell’incisione a bulino dei metalli. Il bulino era lo strumento usato per incidere il metallo a partire dalla prima metà del 1400. Con l’incisione a bulino nel Medioevo gli oravi riuscivano a ottenere incavi nelle lamine, di solito d’argento, incavi poi “riempiti” (per evidenziare il disegno) con una mistura di colore nero (niello). L’incisione a bulino è considerata la prima vera tecnica calcografica usata.

 

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