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Intervista a Nicoletta Fasani, stilista dell’abbigliamento sostenibile e trasformista

Nicoletta Fasani è una stilista, un’imprenditrice, ma soprattutto un’artigiana. Presente all’Artigiano in Fiera da sei anni, ha conquistato il pubblico grazie ai suoi abiti componibili e trasformabili, confenzionati con filati di alta qualità e nati dalla passione di Nicoletta per i tessuti e per le forme geometriche.

Nel 2009, dopo vari studi sul rettangolo, ho ideato un abito che si chiama Biniki, che è doppio e componibile, costituito da due rettangoli intercambiabili e corredato di istruzioni per l’uso. Il concetto è quello della trasformazione e dell’interscambio tra tessuti. Per cui può essere un abito molto elegante, ma cambiando tessuto, ad esempio anziché una seta una viscosa, diventa un capo molto casual.

I capi di Nicoletta Fasani possono essere indossati da donne di (quasi) tutte le taglie: i suoi capi hanno una vestibilità morbida, pensata per donne di ogni età e che vestono fino alla 52. I tessuti che questa giovane stilista utilizza sono scelti con cura e provengono da fornitori certificati o made in Italy: è il caso della seta, che viene prodotta da un setificio comasco di antica tradizione ed è di alta qualità. Oppure il cotone organico, acquistato da Nicoletta da un fornitore tedesco, o la canapa, altro tessuto made in Italy. Non solo filati: l’esclusività dei suoi capi è anche nelle stampe, che essendo ideate e disegnate direttamente da Nicoletta sono del tutto esclusive.

L’attività è cresciuta lentamente, dal 2009 i collaboratori con cui lavoro sono aumentati: fotografi, chi si occupa di comunicazione e della logistica. Ho una produzione di 2.000-3.000 pezzi all’anno, ma continuo ad essere una ditta individuale e il prodotto rimane comunque artigianale.

Dove si possono trovare gli abiti di Nicoletta Fasani, oltre che all’Artigiano in Fiera? Il nuovo laboratorio si trova in via Ambrogio Figino 2 a Milano e sul sito c’è l’elenco di tutti i negozi e i distributori che vendono i capi delle collezioni in corso. C’è anche possibilità di qualche acquisto all’estero, come Olanda e Germania. Progetti per il futuro? “Io punto al Giappone”, afferma decisa Nicoletta. Sarà per la delicatezza dei tessuti e la silhouette degli abiti, che ricordano molto lo stile nipponico. Ma non è la sola novità che bolle in pentola nel laboratorio di Nicoletta.

Voglio sviluppare e studiare un’altra forma geometrica, che è il trapezio. Voglio fare sicuramente un cappotto che si trasforma in qualcosa d’altro, ci sto ragionando da tempo. Sicuramente voglio ampliare la collezione, fare sicuramente più capi spalla.

 

 

 

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