Obsolescenza programmata | Glossario dell’artigianato

Redazione Artigiano in Fiera
7 anni fa
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1 min

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Obsolescenza programmata:

l’obsolescenza programmata è una politica industriale strategica che mira a circoscrivere la vita di un prodotto secondo tempi prestabiliti, al fine di rendere necessario per l’utente comprare i pezzi di ricambio o addirittura un nuovo bene.

L’obsolescenza programmata o pianificata definisce cioè nella fase di progettazione quella che dovrà essere la durata massima di un prodotto, limitata a un periodo prefissato che non di rado coincide con la scadenza della garanzia (o poco dopo).

Il fenomeno riguarda oggi soprattuto smartphone, altri dispositivi elettronici ed informatici, più o meno piccoli elettrodomestici, ma anche beni più molto costosi come le auto. Quante volte avete sentito dire o avete detto voi stessi “Non sono più le auto di una volta?”. E quante volte la batteria del cellulare piuttosto che il motore del frigorifero ci hanno “lasciati” giusto al termine del periodo di garanzia?

L’obsolescenza programmata può riguardare però non solo telefoni, tablet, altri device elettronici ed elettrodomestici: il concetto viene esteso anche a settori non tecnologici come ad esempio quello dell’editoria scolastica in riferimento al rinnovo annuale dei libri di testo, visto come slegato da vere esigenze didattiche.

Obsolescenza programmata reale e simbolica

L’obsolescenza pianificata può essere reale o percepita. Del primo caso abbiamo parlato finora: il prodotto smette improvvisamente di funzionare secondo quelli che sono i tempi prestabiliti dai produttori quindi l’utente/consumatore deve cambiarlo.

L’obsolescenza percepita invece è quel fenomeno che ha a che fare con il marketing: i produttori inducono il consumatore a cambiare il proprio smartphone o la propria tv proponendo nuovi modelli pubblicizzati come più moderni e tecnologici, con maggiori caratteristiche e possibilità, in una parola migliori, anche se in realtà le differenze funzionali con il prodotto precedente sono minime o quasi.

Quando si fa diventare un prodotto obsoleto solo a mezzo pubblicità, molto tempo prima di quella che sarebbe la sua durata “naturale”, si parla perciò di obsolescenza percepita o simbolica.

L’alba dell’obsolescenza programmata

Ma quando è iniziato tutto questo? Esiste una data a partire dalla quale l’obsolescenza programmata si è diffusa fino a diventare il fenomeno che stiamo descrivendo?

Nel 1923 i produttori mondiali di lampadine a incandescenza fecero cartello (il cosiddetto cartello Phoebus), si misero cioè d’accordo per accorciare la vita dei loro prodotti, portandola da 2.500 ore a meno della metà (1000), in modo da accrescere i loro margini di profitto. Era la fortunata alba della pianificazione dell’obsolescenza dei prodotti industriali.

Prodotti artigianali “contro” l’obsolescenza pianificata

Per sfuggire alla trappola dell’obsolescenza a tempo dei beni di matrice industriale si può contare sui loro “sostituti” artigianali realizzati proprio secondo l’ottica opposta come ad esempio la caffettiera Kamira pensata per durare nel tempo grazie a un innovativo dispositivo brevettato, per un espresso al bacio, personalizzabile secondo i gusti di chi lo prepara.

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