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Alimentazione sana, tra light e biologico: una ricerca ne analizza i costi

alimentazione sana

Nel corso degli anni i consumatori sono diventati sempre più attenti: non solo infatti selezionano gli alimenti in base alle loro proprietà organolettiche, ma anche secondo le loro proprietà nutrizionali, riversando quindi ancora più attenzioni – nell’ottica di un’alimentazione sana che aiuti a tenere alla larga le malattie e sotto controllo il peso – su cibi biologici, ‘senza’ e light.

Non è una moda, è il segno di una maggiore consapevolezza legata in molti casi anche ad intolleranze o allergie (come quella al lattosio o al glutine): secondo le stime del Ministero della Salute infatti nel nostro Paese sono circa 1.800.000 le persone affette da allergie alimentari.

Per capire l’impatto economico sulle famiglie che acquistano questi nuovi prodotti l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha realizzato una ricerca prendendo in considerazione i prezzi degli alimenti light, biologici e degli alimenti ‘senza’ (lattosio e lievito), per i quali si è registrato un notevole incremento negli acquisti. Purtroppo per le tasche dei consumatori è emerso che l’alimentazione sana costa quasi il 47% in più, e in alcuni casi le differenze in termini percentuali sono molto elevate.

Ma, detto questo, bisogna comunque considerare i grandissimi benefici sul lungo termine di questo investimento economico, e – come ad esempio nel caso dei prodotti biologici – è sempre possibile razionalizzare la spesa, cercando di comprare il giusto (magari direttamente dal produttore o via internet come sullo shop di Artimondo) ed evitando gli sprechi.

Alimentazione sana, i risultati della ricerca

Nella realizzazione di questa indagine, per ogni tipologia di prodotto, sono stati presi in considerazione vari alimenti di largo consumo venduti nella grande distribuzione: per quanto riguarda i prodotti light (che per poter essere definiti tali devono presentare un valore energetico ridotto di almeno 30% rispetto allo stesso prodotto ‘normale’) ad esempio la maggiore differenza è stata rilevata nel costo dei wurstel (53%), delle patatine in busta (25%) e dei biscotti (23%) mentre tra quelli senza lattosio le brioches confezionate e la panna da cucina sono gli alimenti più cari (59%), seguiti dal latte (39%) e dallo yogurt (32%).

Relativamente al biologico la forbice dei prezzi è risultata particolarmente ampia per polpa di pomodoro (116%), farina (96%) e spaghetti (87%) mentre per gli alimenti senza lievito i più costosi sono le brioches confezionate (141%) e i biscotti (135%), mentre le merendine si attestano sul 77%.

 

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