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Ti danno sempre dell’asino? Devi esserne fiero!

asino

L’Italia è ancora un paese di asini…? Purtroppo i numeri dicono di no: gli allevatori di asini in Italia sono circa 250, per un ammontare complessivo di circa 3.000 esemplari. Nel 2013 l’asino è stato dichiarato addirittura come specie a rischio di estinzione in Italia: un vero peccato, anche perché gli asini sono animali molto interessanti. Abbiamo chiesto a Patrizia Garofalo, allevatrice e produttrice di prodotti cosmetici a base di latte d’asina, di raccontarci la sua esperienza con loro.

 

Innanzitutto sfatiamo il luogo comune: l’asino non è stupido

Proprio così. Io dico sempre che quando una persona dà dell’asino a qualcun altro, in realtà gli fa un grande complimento. L’asino infatti è molto più acuto di quanto si pensi: riconosce perfettamente il suo nome, capisce i comandi, distingue il suo padrone. Inoltre ha una memoria molto sviluppata: una volta che fa un percorso, se lo ricorda perfettamente. Da queste parti (in Abruzzo) si dice che una volta, quando il padrone si ubriacava in locanda, era l’asino a riportarlo a casa sano e salvo. Nel mio piccolo allevamento – una quindicina di capi – ho anche un cavallo e tra i due esemplari non c’è proprio paragone in fatto di intelligenza!

 

Ci sono altri episodi che puoi raccontarci?

Certamente. Ogni giorno noi mungiamo a mano le nostre asine. Quando apriamo la postazione non andiamo a prenderle noi nella stalla, ma vengono loro autonomamente. E – sembra incredibile – vengono sempre nello stesso ordine. In più non arrivano tutte insieme, ma una alla volta aspettando pazientemente il loro turno.

 

Quindi hanno una specie di gerarchia?

Assolutamente sì. Anche quando rientrano dal pascolo, l’ingresso nella stalla è ordinato: prima la femmina più anziana (che comanda su tutti), poi le altre femmine, i puledrini e solo alla fine i maschi.

Sono animali che si fanno capire?

Rispetto a tanti altri animali, gli asini hanno un’espressività sviluppata: si fanno capire perfettamente con i movimenti del corpo e con gestualità del muso veramente sorprendenti.

 

Ad esempio?

Ci sono decine di posture o di espressioni che un allevatore esperto è in grado di cogliere. Il movimento delle orecchie ad esempio può dire molto sul loro stato d’animo: quando le orecchie si abbassano vuol dire che l’asino si sta arrabbiando. Oppure quando sollevano il labbro superiore, facendo vedere i denti superiori (in una sorta di “sorriso”) vuol dire che sono contenti.

 

Che carattere ha un asino? Ha dei comportamenti particolari?

Sono animali molto affettuosi: hanno bisogno di tante coccole. In più sono molto curiosi. Molto spesso, quando parlo con persone nuove che vengono a trovarmi in allevamento, se gli asini sono in giro vengono a “impicciarsi”, perché devono essere sempre al centro dell’attenzione. C’è un episodio simpatico che mi viene in mente: quando portiamo loro dei premi – come ad esempio qualche frutto particolare – loro lo capiscono subito, vedendo che abbiamo i sacchetti di carta. Per essere sicuri di ricevere il premio, escono dalla stalla e vengono verso di noi, cercando di mettersi in prima fila, scegliendo il posto migliore. Altro che stupidi!

 

Si riesce ad addestrare un asino?

In generale, l’asino in natura è una preda. Per questo motivo, istintivamente, sarebbe un animale diffidente. Addestrare un asino adulto non è semplice all’inizio perché deve iniziare a fidarsi di te.
Un asino nato in allevamento invece, che impara a conoscerti fin dai primi giorni di vita, è più semplice da affrontare.

 

Essendo “prede naturali” sono animali codardi?

Tutt’altro! Ho letto una ricerca qualche tempo fa, che dice che l’asino è uno dei pochissimi animali che di fronte a un leone non scappa, ma si immobilizza, aspettando il momento buono per reagire.

 

Ma quindi è un animale che si deve anche temere?

E’ un animale pacifico, quindi non bisogna avere assolutamente paura. Quando viene minacciato, la sua “arma” migliore è sicuramente il calcio. Ha una grande potenza e una precisione millimetrica. In Abruzzo ci sono diversi pastori che, oltre al cane, portano in giro con il gregge anche l’asino perché, nel caso si incontrasse un lupo, può essere molto utile…

E come si comportano con gli altri asini?

Innanzitutto riconoscono la loro mamma. I puledri stanno sempre attaccati a lei e bevono il latte sempre e solo da lei: non riesci a “fregarli”. Hanno una forma particolare di imprinting che deve essere salvaguardata in ogni modo. Quando un’asina partorisce – generalmente accade di notte o alla mattina presto – non hanno bisogno di veterinario, fanno tutto da soli. Subito dopo la nascita, la mamma pulisce accuratamente il suo piccolo: questo è un momento molto importante nella vita di un asino perché permette proprio questo imprinting, che permetterà al puledro di riconoscere la sua mamma per tutta la vita. Ma non è tutto…

 

Cioè?

E’ fondamentale assicurarsi che il puledrino sia stato allattato entro circa 6 ore dal parto, perché, contrariamente a quanto succede con gli esseri umani, nel corso della gestazione mamma asino non passa al feto i suoi anticorpi. Questo passaggio avviene solo con il colostro (il primo latte materno), che quindi deve essere mangiato il prima possibile. Per questo in Italia esistono persino delle “banche del colostro”, che possono essere contattate in caso di emergenza.

 

Che tipo di emergenza?

Ad esempio se la mamma muore di parto. In poche ore viene consegnato direttamente nell’allevamento un buon quantitativo di colostro, con cui iniziare ad allattare il puledrino.

 

E con gli altri animali che rapporto hanno?

In generale stanno bene con tutti: abbiamo una puledrina che per diversi motivi era stata allontanata dal branco. Ebbene, da quel momento si è legata al cavallo e adesso sono amici inseparabili! Il punto è che gli asini sono animali molto affettuosi, soffrono tanto la solitudine quindi cercano sempre la compagnia.

 

Com’è la tua vita di allevatrice?

E’ abbastanza impegnativa: si va alla stalla un paio di volte al giorno per mungere e per tutti i loro bisogni. Allo stesso tempo però sono animali molto rustici: se la cavano bene da soli, non hanno grossi bisogni come ad esempio i cavalli. Mangiano principalmente fieno ed erba, quindi li lasciamo spesso pascolare stando attenti in particolare d’inverno quando si abbassano le temperature.
E’ un lavoro affascinante e che dà tante soddisfazioni ed emozioni, anche se non esistono feste o vacanze: gli asini hanno sempre bisogno di noi, quindi bisogna solo organizzarsi un pochino.

 

La mungitura è impegnativa?

Noi, per evitare di separare troppo spesso il puledro dalla mamma, mungiamo solamente alla mattina. Ogni mungitura ci produce circa un litro di latte. Per motivi igienici preferiamo mungere rigorosamente a mano, così il latte non viene mai a contatto con macchinari e con materiali che possono contaminare il prodotto. D’altra parte una recente ricerca ci ha confermato che il latte munto a mano ha una carica batterica molto minore rispetto a quello fatto con i macchinari. Infine, sia a livello quantitativo che qualitativo, la mungitura è anche una questione di abitudine e soprattutto di fiducia. L’asina si fa mungere con più piacere dalla persona con cui ha un “rapporto”.

Animali straordinari insomma, non solo semplici animali da soma – come spesso vengono impiegati ancora oggi in varie parti del mondo. In Italia, visto che ormai i lavori di fatica sono stati demandati alle macchine, gli asini possono essere nostri alleati ancora più fedeli. In cambio chiedono solo un po’ di affetto, il vero segreto di questo rapporto.

 

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