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Artigianato e digitale al FashionCamp 2016: personalizzazione, e-commerce ed eccellenza

Artigianato e digitale

L’artigianato è un tema sempre di grande attualità, per questo il FashionCamp 2016, in corso al Talent Garden di Milano, ha deciso di dedicargli la tavola rotonda di apertura della due giorni di discussioni su moda e comunicazione. Artigianato e digitale è stato infatti il primo incontro coordinato da Giorgio Soffiato di Marketing Arena, che ha subito sottolineato come l’economia italiana si basi fondamentalmente sulle Piccole e medie imprese, un tema che è ancor più valorizzabile, ma non si tratta tanto di un discorso sulle dimensioni, quanto sul vantaggio competitivo della nostra economia.

Artigianato e digitale: tre parole chiave

Soffiato ha evidenziato come l’output manifatturiero sia sempre meno collegato al lavoro manifatturiero, perché ormai della produzione in serie si occupano i robot, ma è proprio qui che si inserisce il discorso sull’importanza dell’artigianato anche in un contesto sempre più automatizzato.

Soltanto un artigiano, infatti, può offrire quello che i robot non possono proprio garantire: la personalizzazione. Ed è proprio questa la prima parola chiave del rapporto tra artigianato e digitale. Un robot, ovviamente, non potrà mai realizzare un prodotto unico come fanno gli artigiani, i suoi prodotti in serie mancheranno sempre di personalizzazione.

La seconda espressione chiave è nuova distribuzione: la sfida globale si vince con il commercio elettronico, ma ovviamente anche con il prodotto, che è sempre il protagonista principale. Gli artigiani, dunque, hanno bisogno di adeguarsi al mondo digitale e devono imparare a sfruttarlo, perché è attraverso di esso che possono trovare nuovi canali distribuitivi e ampliare la propria clientela al di là dei limiti geografici che una normale bottega può avere.

La terza parola chiave è eccellenza, perché non vince chi si limita a sopravvivere e si accontenta della mediocrità, ma vince chi è capace di eccellere e di distinguersi. E spesso proprio gli artigiani “regalano” agli storyteller delle storie uniche e che meritano di essere raccontate e diffuse. L’artigiano, dunque, serve allo storyteller, ma è anche vero che l’artigiano ha bisogno dello storyteller per farsi conoscere e per far conoscere i suoi prodotti.

Spesso, infatti, il problema degli artigiani è quello di non riuscire, da soli, a far conoscere il proprio operato e dunque ad aumentare la propria clientela e a estenderla anche geograficamente grazie agli strumenti digitali oggi a loro disposizione. È per questo che in futuro sentiremo sempre più parlare di artigianato e digitale come due realtà strettamente connesse e molto probabilmente indissolubili.

 

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