Corallo: tipologie, tecniche di pesca e lavorazione
- Redazione Artigiano in Fiera
- 8 anni fa
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Negli ultimi anni il corallo sta tornando prepotentemente di moda. Semplice, naturale, elegante: un gioiello rosso sta bene con tutto ed è perfetto per tutte le occasioni, dalle cene più eleganti agli eventi estivi più casual.
Cos’è il corallo?
Il corallo è un ramoscello costituito da una sostanza calcarea (fatta di carbonato di calcio) prodotta dagli omonimi piccoli animali marini. Non a caso la parola corallo deriva dal greco e significa “fiori animali”.
La lunghezza può variare, ma in generale un ramo può essere lungo tra i 20 e i 30 centimetri. Il corallo non è sempre rosso fuoco: la sua tonalità può variare su tutte le gradazioni.
I coralli vivono in banchi, in particolare nei mari caldi, a profondità variabili. In Italia si possono trovare nelle regioni del Sud e nelle isole, in particolare (ovviamente) in Sardegna, vera patria del cosiddetto “Oro Rosso”.
Le diverse tipologie di corallo
Il corallo si può presentare in diverse tipologie, a volte non facilmente distinguibili tra loro.
Corallo del Mediterraneo
Tipico, come dice il nome, delle coste del Mar Mediterraneo. Viene pescato nel Sud Italia, in Grecia, in Corsica, in Francia, in Spagna, in Marocco e sulle coste balcaniche del mar Adriatico.
E’ la tipologia più lavorata nel XIX secolo, ed è quello tipicamente conosciuto da noi italiani. Colore rosso vivo, diametro intorno ai 1,5 mm, si può trovare sott’acqua in cespi a profondità dai 30 metri fino ai 150 metri (in questo caso, più si va in profondità e più la qualità si alza).
Per pescarlo si utilizza la “tecnica dell’ingegno”, usando delle particolari croci di legno a cui sono collegate delle reti da pesca, che vengono trascinate dalle barche. In questo modo il corallo viene tranciato alla base, facendolo cadere nella rete.
Corallo di Sciacca
Dalla tipica colorazione rosa pallido (con talvolta delle macchie gialle), ha conosciuto il suo periodo di massima popolarità alla fine del 1800, quando veniva pescato in maniera intensiva a Sciacca – appunto – in Sicilia. Questo corallo, come il più generico del Mediterraneo, si può trovare dai 30 fino ai 150-200 metri.
La particolarità di questo tipo è la presenza di piccole macchie nere causate da alcuni batteri.
Corallo del Giappone
Conosciuto in modo particolare dagli artigiani che lo lavorano (in particolare quelli campani), più che dal consumatore finale. Il corallo del Giappone è la principale materia prima, anche per le sue dimensioni decisamente maggiori rispetto a quello del Mediterraneo, per la creazione di oggetti più grandi rispetto a collanine, orecchini o bracciali. Il corallo del Giappone viene utilizzato ancora oggi per lavorazioni più elaborate, come statuine (ad esempio alcuni artigiani fanno dei particolarissimi pezzi degli scacchi) o soprammobili vari.
Questa tipologia si presenta in numerose colorazioni: dal bianco al rosato, fino ad arrivare alle varie tonalità di rosso vivo. Tutte le tonalità hanno anche un’anima di colore diverso, più chiara del colore principale.
Viene pescato nella baia di tosa, ad Hachijo, a Goto, a Ogasawara, a Formosa e nelle isole Pescadores a profondità maggiori di 200 metri, e per questo motivo è di altissima qualità. La tecnica di pesca è abbastanza simile a quella del Mediterraneo, con la differenza che al posto delle croci di legno vengono utilizzate delle canne di bambù.
Coralli del Pacifico
A loro volta si dividono in diverse tipologie, i coralli del Pacifico sono quelli che vivono alle profondità maggiori, talvolta a più di 400 metri (fino ad arrivare anche a 700 metri nel caso del Garnet).
La lavorazione del corallo
Per creare degli oggetti di corallo solitamente vengono utilizzate due tecniche diverse: il liscio (per la creazione di piccoli monili e gioiellini) e l’inciso (in caso di prodotti più grandi e complessi).
Nella tecnica del liscio, il corallo grezzo prende la forma desiderata grazie a tagli e lavorazioni con lime, mole abrasive e seghetti. Successivamente viene lucidato (o a cera o con una tecnica chiamata burattatura) e rifinito.
La tecnica dell’inciso, essendo solitamente dedicata a lavorazioni con pezzi più grandi, prevede l’utilizzo di strumenti di grande precisione (frese, bulini ecc.), per ottenere vere e proprie sculture di grande complessità.
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