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E-commerce: una grande opportunità per il Made in Italy

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Partiamo da un dato molto significativo: l’e-commerce in Italia crescerà del 15% nel 2015, arrivando a superare la soglia dei 15 miliardi di euro di giro d’affari complessivo. Ora aggiungiamo un’altra evidenza statistica: le imprese italiane che operano online sono il 4 % del totale.

Beato quel 4%, ci verrebbe da dire! Le vendite al dettaglio via web sono al momento il 4% nel nostro Paese, a fronte di una media mondiale non lontana: il 5%. Quello che molti imprenditori italiani dovrebbero guardare con attenzione è il grande appeal esercitato (soprattutto sugli immensi mercati esteri) dai prodotti tipici del Made in Italy.

Abbigliamento, settore alimentare e complementi d’arredo sono infatti categorie il cui apprezzamento è in decollo verticale. Il design venduto online segna un’impennata del 75% sul solo mercato italiano dal 2014 al 2015 e i prodotti enogastronomici salgono del 30%.

In generale si osserva una maggiore fiducia da parte dei clienti verso l’acquisto di prodotti, che si prevede pareggerà a breve quello dei servizi. E’ un dato estremamente importante per le imprese italiane, campionesse nella manifattura di qualità, un gigantesco settore merceologico multisfaccettato che aspetta solo un mercato più grande da conquistare.

Nel mondo la platea dei clienti dell’e-commerce è formata da un miliardo di persone, comprese nel più ampio novero delle persone online tutti i giorni, che sono 4,2 miliardi. Sono numeri che fanno strabuzzare gli occhi e dovrebbero indurre qualunque imprenditore a immaginarsi su un negozio online. Aggiungiamo che la maggior parte dei compratori agisce in mobilità su smartphone, una strada ancora più agevole per acquistare.

Non si può nascondere che in effetti in Italia qualche ostacolo all’approdo in Rete ci sia, come per esempio la mancanza di una banda davvero larga su tutto il territorio nazionale, ma il successo economico di quel 4% di imprese che operano anche su internet è una chiara testimonianza che in Italia ce la si può fare, se c’è la voglia di investire.

Le spese per sbarcare online sono sempre di molto inferiori a quelle sostenute per la gestione di un negozio “fisico”: il vero sforzo richiesto è quello di imparare a operare in un mondo con regole diverse da quelle tradizionali, in particolare per quanto riguarda i pagamenti (che nel 99% dei casi sono elettronici) e nella logistica (occorre diventare esperti di imballaggi e spedizioni).

Ma i benefici potenziali sono di gran lunga maggiori della fatica fatta per adeguarsi al commercio online: una clientela potenziale di un miliardo di persone non è pensabile nemmeno per il più rinomato negozio del centro di qualunque città.

via | iPressLive

 

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