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Italian Sounding, il veleno che corrode il vero Made in Italy

Italian Sounding

Con l’espressione Italian Sounding si indica quel fenomeno che consiste nel far sembrare italiano un prodotto che invece di italiano non ha nulla, né gli ingredienti o i materiali utilizzati, né il luogo di produzione.

È sostanzialmente un modo per ingannare i consumatori, un po’ come avviene con il greenwashing per quanto riguarda i prodotti che solo apparentemente, grazie a furbissime operazioni di marketing, sembrano naturali o addirittura ecologici e che invece non lo sono per niente e, anzi, inquinano e danneggiano la salute.

Anche l’Italian Sounding provoca danni enormi e la vittima è il vero Made in Italy. Le nostre aziende e i nostri prodotti vengono derubati della loro identità, ma il brutto è che questa pratica non è ancora legalmente sanzionabile o impugnabile.

Ogni giorno spuntano nuovi casi, l’ultimo è quello delle noci trevigiane. L’Italia è una eccellente produttrice di noci e nel Trevigiano ne vengono prodotte circa 4mila tonnellate, che sono la metà della produzione nazionale totale. Purtroppo, all’estero, perfino le noci sono vittime dell’Italia Sounding.

Gli imprenditori agricoli veneti, attraverso Confagricoltura e la cooperativa Il Noceto di Chiarano, pongono l’accento sul vuoto normativo che c’è riguardo questa spinosissima questione:

“C’è un buco normativo che favorisce l’importazione indiscriminata di prodotti di scarsa qualità e anche il fenomeno dell’Italian Sounding, con noci spacciate come made in Italy. La legge 175/2001, che regolava la qualità, è stata abrogata nel 2008 e oggi si fa riferimento alla norma generica sugli alimenti. Non esistono più, quindi, limiti sulla percentuale di noci difettate che si possono trovare nelle confezioni, mentre prima lo standard era del 10% per la prima qualità”

Le organizzazioni agricole hanno chiamato in causa il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, ma il problema è ormai annoso.

Italian Sounding: quando è nato e perché

L’Italian Sounding è un fenomeno che affonda le sue radici tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, quando gli italiani cominciarono a emigrare all’estero e, facendosi conoscere con la loro creatività e la loro bravura nel settore artigianale ed enograstronomico, fecero conoscere al mondo le tradizioni italiane e i migliori prodotti. La domande di Made in Italy cominciò a crescere e molte aziende estere iniziarono a imitare i nostri prodotti, senza ovviamente ottenere gli stessi risultati.

Il problema è che per gli stranieri che non conoscono il vero Made in Italy è difficile capire quando si trovano davanti al fenomeno dell’Italian Sounding. Si lasciano affascinare da nomi che ricordano quelli dei prodotti italiani e non capiscono la differenza. L’esempio più noto è il Parmesan, che sembra una pronuncia inglesizzata del Parmigiano, ma purtroppo ci sono moltissimi altri esempi. Inoltre si fa un grande ricorso ai colori bianco, rosso e verde sulla confezione, per ricordare il nostro Tricolore o si usano definizioni italiane per evocare il nostro Paese senza averci nulla a che fare in realtà.

Il fenomeno dell’Italia Sounding è molto diffuso un po’ in tutto il mondo, dall’America all’Australia, dalla Russia alla stessa Europa. Neanche i nostri “amici”, europei, infatti, ci risparmiano questa che, per i nostri imprenditori, è una vera e propria offesa, ma soprattutto è un grandissimo danno economico.

I consumatori stranieri sedotti e ingannati

I consumatori stranieri che acquistano prodotti che credono italiani vengono ovviamente ingannati dopo essere stati sedotti da colorate confezioni e nomi che al loro orecchio risultano “esotici”. Ma spesso non se ne accorgono, perché non conoscendo il vero Made in Italy non possono stimare la differenza e possono cominciare a credere che in fondo i prodotti italiani non siano poi così eccezionali come tutti dicono. C’è, dunque, anche un danno di immagine.

Gli stranieri si trovano a comprare prodotti che credono siano formaggi o vini italiani, i “famosi” panettoni e pandori, che solo gli italiani sanno davvero realizzare seguendo specifici disciplinari e che quando vengono imitati diventano qualcosa di completamente diverso, non solo sono finti, dei veri e propri fake, ma sono proprio dei prodotti differenti dagli originali che provano a scopiazzare. È difficile, anzi impossibile, infatti, copiare un prodotto italiano senza usare gli ingredienti che i nostri artigiani usano e senza seguire passo passo i dettami della tradizione. Eppure loro ci provano e danneggiano la nostra economia.

La Direzione Generale Lotta alla Contraffazione – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico fa notare che “il giro d’affari annuo dell’Italian Sounding è stimato in circa 54 miliardi di euro l’anno (147 milioni di euro al giorno), comunque oltre il doppio dell’attuale valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari (23 miliardi di euro). Quindi, almeno due prodotti su tre commercializzati all’estero si riconducono solo apparentemente al nostro Paese”. Il danno per l’Italia è di oltre 90 miliardi di euro e di migliaia di posti di lavoro in meno. Finora l’educazione dei consumatori stranieri non ha ancora dato risultati degni di nota, per questo gli imprenditori chiedono urgentemente di colmare il vuoto normativo. Intanto per trovare i veri prodotti italiani, anche dall’estero, è bene affidarsi a siti affidabili e certificati come Artimondo.

 

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