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Calamità Centro Italia: situazione difficile per gli allevatori

calamita centro italia

Maltempo e terremoto sono stati una combinazione davvero pesante per le zone interne del Centro Italia che ora, pure ancora in pieno inverno e in pieno sciame sismico, si trovano a fare la conta dei danni.

Coldiretti ha tracciato un bilancio di questi mesi davvero terribili in Abruzzo e i numeri non fanno altro che confermare la gravità della situazione: circa diecimila capi di bestiame sono morti o rimasti feriti per i crolli delle stalle dovuti ai terremoti di agosto e ottobre, nonché al gelo eccezionale di gennaio, quando l’interruzione prolungata della viabilità ha impedito agli allevatori di raggiungere gli animali e dare loro da mangiare.

Il grave pericolo che corre il comparto dell’allevamento, che ha registrato danni per alcune decine di milioni di euro, è testimoniato indirettamente dalle iniziative di solidarietà che sono state messe in campo, come l’adozione simbolica di un capo di bestiame o la donazione di una balla di fieno ai colleghi meno fortunati, da parte di chi non ha avuto la sventura di aver subito danni .

Anche Artigiano in Fiera 2016 (quando l’emergenza era solo legata al terremoto, perché le nevicate eccezionali non erano ancora arrivate) è stato teatro di alcune azioni di solidarietà: oltre ad avere ospitato (o promosso attraverso la presenza del loro prodotti) alcune decine di microimprese delle zone colpite, AF ha dato risalto alla campagna per la salvaguardia de “L’Amatriciano: il Pecorino dei Monti della Laga”, presente con il consorzio nato per la sua tutela.

I prodotti tipici rischiano infatti di essere l’ultimo anello di una catena di tante vittime, che parte dalle perdite umane, passa dai danni infrastrutturali e termina con le conseguenze su mandrie e greggi. Il pericolo che terremoto e maltempo gettino un’ombra lunga di ripercussioni sulle produzione dei cibi locali è molto alto. Le zone appenniniche basano una buona fetta della loro economia sul turismo enogastronomico e questo inverno fa temere una bella stagione che sarà bella solo per le temperature.

Così come per gli aiuti alle persone che hanno perso la casa, la tempestività è decisiva per il rilancio dell’allevamento e delle produzioni alimentari collegate. Finora, complice sempre il maltempo, l’installazione delle “stalle d’emergenza” è andata a rilento. Il governo ha stanziato 35 milioni di euro per sostenere il settore dell’allevamento: ora solo una gestione snella dal punto di vista burocratico può far sì che i fondi vadano a centrare gli obiettivi per la salvaguardia di ciò che è stato salvato e la ricostruzione di quello che è andato perduto.

 

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