Camicia, storia e caratteristiche di un capo iconico

Redazione Artigiano in Fiera
8 anni fa
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1 min

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La camicia si distingue da qualunque altro tipo di capo per questi elementi distintivi: il colletto, i polsini e la fila di bottoni sulla parte anteriore. Unisex e versatile, nei secoli è diventata un capo iconico, adatto ad ogni stagione e resistente alle mode. Uno di quelli che non mancano mai nel guardaroba.

Camicia: breve storia

È un capo dalle origini antiche, sebbene sia stato per secoli una versione molto semplificata di quella odierna. Già nell’antica Roma era in uso una veste bianca, leggera e lunga, fatta di lino o bisso. Per molti secoli questa sorta di camicia fu un capo funzionale, che serviva soprattutto a mantenere la pelle fresca e pulita e a coprire il corpo come un indumento intimo. Fu solo dalla fine del seicento, con la diffusione delle prime cravatte, che la camicia divenne un capo prezioso ed elitario, al punto da diventare il discrimine tra aristocrazia e plebe: impreziosita da pizzi e merletti nel primo caso e unico abito da indossare per il popolo. Nella storia più recente la camicia ha assunto spesso significati politici: basti pensare alla camicia rossa garibaldina, a quella nera fascista o a quella bruna dei nazisti. Ma la camicia è stata anche sotto riflettori ben più frivoli, come nel caso delle passerelle, dove questo capo ha iniziato a sfilare grazie allo studio dello stilista Gianfranco Ferrè, che trasformò la camicia bianca in pezzo d’alta moda, declinandolo in moltissime versioni differenti tra gli anni ’80 e gli anni ’90.

Camicia: modelli

La camicia odierna, la più diffusa in assoluto, è la button down, modello che andava di moda negli anni venti e che ha il colletto fermato da due bottoncini sul davanti. I punti fermi di questa versione sono il colletto e i polsini, che devono essere ben inamidati, mentre i dettagli cambiano in base alla moda del momento: con uno o più taschini, slim fit o modello classico, con applicazioni in tessuto o preziosi.

Una delle versioni orientali molto diffusa in Occidente è la Barong Tagalog, detta comunemente “camicia alla coreana”. Caratteristiche di questo modello sono il piccolo colletto senza punte che fascia il collo, il tessuto leggero di cui è composto e il fatto che si indossa sopra i pantaloni. È un elegante capo tradizionale filippino usato per le cerimonie.

Un modello estivo e casual è la camicia hawaiana, che ha motivi floerali e colori sgargianti. È ampia, con le maniche corte e si porta sopra i pantaloni. La blusa è un modello di camicia prettamente femminile, caratterizzato da una silhouette morbida e una fascia o una cintura da legare in vita.

Camicia: tessuti

Il tessuto classico delle camicie è il cotone, ma nei secoli sono state create con tutti i filati più preziosi: seta, raso, pizzo, cashmere. Tra quelli più diffusi c’è l’oxford, che prende il nome dall’omonima cittadina inglese dove ebbe origine la produzione di camicie con questo filato. Si tratta di un tessuto a intreccio, composto da fili di cotone bianchi e colorati molto sottili. Seguono la flanella, che è il tessuto più morbido e caldo, adatto soprattutto alle camicie invernali, e il denim, che è quello più moderno e resistente, adatto a camicie casual e di tendenza. Meno diffusi ma di qualità sono il piqué (che dà l’effetto a nido d’ape), il lino e il popeline, mentre lo Shantung è un tessuto grezzo, usato per camicie dall’aspetto vissuto. Le più prestigiose, sia intermini di materiali che di manifattura, arrivano dalla scuola napoletana, che vanta una tradizione di oltre un secolo nella camiceria: le camicie sartoriali napoletane si distinguono dalle altre per le cuciture rifinite e i ricami a mano, per la loro vestibilità e la loro morbidezza.