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Solofra, giubbotti di pelle di qualità nel distretto campano

giubbotti di pelle

In Italia, uno dei maggiori poli conciari si trova in provincia di Avellino. Qui, nel Comune di Solofra, vengono prodotti alcuni dei più apprezzati e ricercati giubbotti in pelle.

L’attività di concia delle pelli, in questa zona, è il core business delle centinaia di micro e piccole imprese che gravitano nel territorio, diventato una delle aree più legate alla produzione delle celebri leather jacket.

Tra queste, il laboratorio artigianale “D’Arienzo Collezioni” ha proposto sul mercato numerosi modelli realizzati con accessori di qualità targati made in Italy. Anche la lavorazione è rigorosamente italiana, eseguita da professionisti dell’abbigliamento in pelle.

Dal 1991, abbiamo assistito a una crescita esponenziale della nostra produzione – racconta Gianni Conforti -. Oggi, oltre che nelle fiere, operiamo molto anche sul mercato estero, dall’America all’Asia.

Il segreto del successo è la realizzazione di giubbotti in pelle che beneficiano di un ottimo rapporto qualità – prezzo.

Nel mercato c’è tanta concorrenza – aggiunge Conforti -. Ci confrontiamo, ogni giorno, con produttori esteri che riescono a proporre prodotti a un minor prezzo. Noi, dal canto nostro, puntiamo a valorizzare il Made in Italy artigianale: preferiamo realizzare modelli investendo in cura e attenzione dei particolari.

Una peculiarità che, ormai, ha varcato i confini nazionali, imponendo il distretto conciario sul mercato internazionale.

Il nostro territorio è diventato famoso per le sue concerie – conclude Conforti -. Non a caso molti brand, sia italiani che esteri, oggi, acquistano i pellami a Solofra. Anche la nostra azienda ha sfruttato questa grande ricchezza del territorio per avviare l’attività di confezione.

Insomma, in Campania, prosegue la tradizione del mitico giubbotto in pelle. Un indumento che, a partire dai primi del Novecento, continua a rappresentare uno dei must della moda.

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Il giubbotto di pelle sul grande e piccolo schermo

giubbotto di pelle

Il giubbotto di pelle nera è un must dell’abbigliamento casual da oltre mezzo secolo e fonda il suo successo, per lo meno iniziale, sul film “Il Selvaggio” con Marlon Brando, diventato nel tempo icona assoluta dello stile da “bel tenebroso”.

Il “chiodo” fu, alle sue origini, un autentico prodotto artigianale, cucito in uno scantinato di Manhattan da Irving Schott e chiamato dal suo ideatore “Perfecto”. Già ai tempi del Selvaggio il classico giubbino da motociclista era diventato però un prodotto famoso a livello internazionale e sfornato su scala industriale.

Il rapporto tra il giubbotto di pelle e il cinema ha un altro suo caposaldo in “Grease“, dove i due protagonisti (John Travolta e Olivia Newton John) lo indossano l’uno inizialmente per fare il duro, l’altra alla fine per compiacere il “suo bello”. Anche in questa pellicola, girata nel ’78 ma ambientata negli anni ’50, il giubbotto nero è associato alla militanza in una banda di ragazzotti ribelli.

Non solo il cinema è intimo amico del chiodo e dei suoi parenti stretti: anche il protagonista della serie tv “Happy Days” Fonzie sfoggia un giubbotto di pelle da motociclista, non nella versione alla Marlon Brando, bensì con la parte bassa elasticizzata. Anche in questo caso siamo, come “epoca di fiction”, negli anni ’50, con sconfinamento nel decennio successivo.

Per smarcarci dal periodo dei rockabilly, pur continuando a indossare il giubbotto di pelle, occorre fare un salto alla seconda metà degli anni ’80, quando un vero maestro di tendenze come Michael Jakcson rispolvera il giubbotto di pelle (pieno di borchie, in questo caso) nel videoclip della sua celeberrima “Bad” e nella copertina dell’album omonimo.

In quegli anni quel tipo di indumento era appannaggio quasi esclusivo dei “metallari”, che infatti storsero il naso (per essere eufemistici), ma il “re del pop”, che non faceva mai nulla per caso, ebbe il merito di riportare il giubbotto di pelle su un palcoscenico estremamente più ampio, con grande piacere di produttori e commercianti.

 

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