Come nasce una padella: intervista all’artigiano
- Redazione Artigiano in Fiera
- 7 anni fa
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- 1 min
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Come nasce una padella e come vengono realizzate pentole e padelle antiaderenti effetto pietra? Di questo e altro TgCom24 ha parlato, durante la ventunesima edizione de L’Artigiano in Fiera, con Carlo Scaburri, dell’omonima fonderia artigiana che produce, tra le altre cose, una linea di pentole e padelle antiaderenti dalle elevate prestazioni. Una “Queen line” tutta rigorosamente Made in Italy. Nell’intervista l’artigiano racconta di fusione dell’alluminio, di aziende artigianali meccaniche italiane di successo che esportano in ogni parte del mondo e, appunto, di come nascono pentole e padelle antiaderenti di qualità. Prodotti che coniugano alti risultati in cucina a un’elevata durabilità.
Siamo a L’Artigiano in Fiera con Carlo Scaburri della fonderia Scaburri che ormai dal 1960 realizza fusioni. Ultimamente diciamo che avete un po’ cambiato tipo di fusione…
Sì. La nostra è un’azienda artigiana che c’è dal 1960. Siamo alla terza generazione, facciamo fusione di alluminio in gravità. La fusione è diventata un po’ la passione di famiglia. L’azienda opera in vari settori industriali e più del 50% del nostro fatturato è realizzato con aziende estere, a dimostrazione del fatto che un’azienda del settore meccanico italiana ancora oggi può stare sul mercato ed essere presente nel mondo. Le nostre fusioni credo abbiano raggiunto un po’ tutti i punti terra. Poi da una decina di anni a questa parte, seguendo un’altra passione di famiglia, quella per la cucina, abbiamo creato una linea di pentole e padelle antiaderenti fuse che ormai da anni proponiamo anche a L’Artigiano in Fiera, nel nostro spaccio aziendale.
Noi le usiamo per cucinare, le tocchiamo, le tastiamo, le maltrattiamo: ma come nasce una pentola o una padella?
Una padella come le nostre nasce da una fusione di alluminio. Partiamo da panetti di alluminio che acquistiamo da una raffineria italiana, li fondiamo nei nostri stampi e creiamo questi fondi a spessori differenziati. Questo vuol dire che le nostre padelle antiaderenti hanno fondi termodiffusori e spessori importanti. Finita questa fase le padelle vengono preparate con la sabbiatura fatta con dell’acciaio inox e poi mandate a rivestire in impianti specializzati. Tutti i rivestimenti sulle fusioni sono applicati a spruzzo, sono cioè rivestimenti di qualità, a spessore, che poi ci danno la possibilità di ottenere prestazioni importanti sia in cucina, nella cottura dei cibi, sia come durata dei rivestimenti stessi che è quello che poi la clientela cerca…
Una curiosità. Questi rivestimenti sembrano di pietra, che è un po’ la moda del momento, ma in realtà di pietra non sono…
No, non lo sono. Qui si vede un po’ l’evoluzione dei rivestimenti. Siamo passati da un rivestimento a tre strati come questo (mostrato nel video in alto, Ndr) ai rivestimenti effetto pietra: anche quest’ultimi sono sempre rivestimenti antiaderenti, sono applicati sulla fusione, ma dal punto di vista tecnologico sono un passo avanti perché abbiamo aggiunto uno strato e la modalità con cui viene applicato il rivestimento ci dà la possibilità di aumentare ulteriormente l’antiaderenza e la resistenza all’usura. Le padelle in pietra non esistono perché non si può unire la pietra a una fusione o a una lamiera d’alluminio, questo è impossibile. Attualmente l’unica sostanza nota disponibile antiaderente è il teflon…
Quali sono i vantaggi di cucinare con una padella del genere?
Il bello è che sono padelle che ci lasciano liberi di cucinare come vogliamo, di trattare i cibi come vogliamo. Con molta semplicità abbiamo risultati notevoli perché i cibi i vengono trattati con garbo, non vengono rovinati, le qualità organolettiche rimangono e i sapori si sentono. Poi per rendere più agevole l’uso delle nostre padelle antiaderenti abbiamo aggiunto questa possibilità di staccare i manici: in questo modo le padelle possono passare dai fornelli al forno con un semplice gesto che è quello di togliere il manico, cosa che rende tutto molto più pratico, molto più versatile, dandoci la possibilità di cucinare in maniera molto più libera. Quello che alla fine tutti cerchiamo in cucina.
Qual è per un’azienda come la vostra l’importanza de L’Artigiano in Fiera? Abbiamo detto che è quasi come uno show room per voi…
Certo L’Artigiano in Fiera è una vetrina importante, infatti abbiamo clienti che vengono da noi a comprare allo stand da anni. Partecipare è anche un modo per mantenere i contatti, soprattutto con la clientela che viene da più lontano dal nostro spaccio aziendale. Inoltre è un momento in cui abbiamo un riscontro, un feedback sulla qualità dei nostri prodotti ed è bello vedere gente che dopo anni torna a ricomprare le nostre padelle dicendoci che ancora le sta utilizzando nonostante vengano impiegate tutti i giorni, più volte al giorno…
Quant’è importante il made in Italy per la vostra tradizione anche familiare, insomma tre generazioni…
Come dicevo prima il made in Italy ha ancora da dire tanto, abbiamo la possibilità in Italia, per la tecnologia, l’esperienza e la tradizione che abbiamo, di fare prodotti veramente di qualità che possono essere apprezzati sia in Italia sia all’estero.
Voi, come dicevi, avete moltissimi clienti in ogni parte del mondo. Quando vi proponete “come italiano” notate una differenza, un modo diverso di porsi del cliente?
Il made in Italy è apprezzato un po’ in tutto il modo sia per il nostro lavoro a livello industriale sia per questi nostri articoli più diretti al pubblico. Il made in Italy fa un po’ la differenza. Naturalmente deve essere un made in Italy vero e ben fatto per mantenere alto il livello dei nostri prodotti all’estero.
Grazie Carlo, allora aspetto un invito a cena, con le tue padelle…
Grazie a voi!
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