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Porcellana, il primato artigianale italiano

porcellana
La porcellana è un particolare tipo di ceramica. Venne prodotta per la prima volta in Cina e dalle rotte commerciali orientali è arrivata fino a noi. Oggi gli oggetti in porcellana, da quelli per la cucina fino a quelli in design, sono il vero must have dell’arredamento moderno.

Porcellana,  storia e diffusione

La prima testimonianza scritta in Europa risale al Il Milione di Marco Polo nel XIII secolo e a partire dallo stesso secolo arrivano sul territorio europeo i primi oggetti attraverso paesi come la Persia, l’Egitto, Costantinopoli e Venezia. Inizialmente era conosciuta come oro bianco ed era considerato un materiale molto lussuoso.

La prima fabbrica del settore in Italia fu quella dei Vezzi a Venezia, fondata nel 1720, ma ebbe vita molto breve.

Pochi anni dopo sorse a Sesto Fiorentino la Manifattura di Doccia ad opera del marchese Ginori. L’intento era quello di diversificare l’impianto produttivo del territorio che era principalmente a vocazione agricolo. I primi due decenni furono molti ricchi e fortunati e proprio in questo periodo venne disegnato uno degli oggetti più riconosciuti della collezione della manifattura fiorentina: il vaso dei Medici o mediceo. Un vaso di ampia dimensione dalla forma a campana rovesciata che poggia su di un unico piede.

La porcellana di Capodimonte,  un altro successo tutto italiano

La porcellana di Capodimonte deve il suo nome alla zona collinare di Capodimonte a Napoli dove, nella metà del Settecento, il re Carlo di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia fondarono la Real Fabbrica di Capodimonte.

La produzione di questa zona ha delle caratteristiche peculiari che la distinguono dalla porcellana nord europea. Al sud Italia, infatti, non c’è il caolino pertanto l’impasto si compone di una fusione di varie argille provenienti dalla cave del sud miste al feldspato. Ne deriva un impasto tenero dal colorato latteo, che renderà questa manifattura, unica nella storia di questo materiale.

La porcellana “tenera” infatti, durante la cottura si ritira di circa il 20%, e se da una parte si perdono dovizie di dettagli tipici della porcellana nord europea dall’altra ritroviamo uno stile inconfondibile pervaso da un’armonia strutturale naturalista.

 

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