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La carta vincente di un paio di scarpe artigianali? Il rapporto qualità/prezzo

scarpe artigianali

Avete cura di “dove mettete i piedi”? Cosa cercate quando dovete comprare un paio di scarpe? Quanto siete disposti a spendere per un prodotto di qualità? A parità di prezzo preferireste acquistare un prodotto artigianale certificato (nella lavorazione e nei materiale usati) o un paio di scarpe dal brand “forte” di produzione industriale?

Noi abbiamo provato ad approfondire l’argomento con chi le scarpe artigianali le realizza, facendoci spiegare un po’ quali sono le differenze principali con la grande produzione industriale e giungendo alla conclusione che uno dei punti di forza delle scarpe realizzate artigianalmente è proprio il rapporto qualità/prezzo.

Abbiamo fatto due chiacchiere con Sandro Ianua, titolare del Calzaturificio artigianale Due Leoni, con sede nel distretto marchigiano, com’è noto fiore all’occhiello della produzione calzaturiera italiana.

Sandro, dove non è possibile né auspicabile risparmiare, dal punto di vista produttivo, quando si confezionano un paio di scarpe artigianali?

Non si può sacrificare assolutamente la qualità dei materiali usati e l’accuratezza della lavorazione. La realizzazione di un paio di scarpe artigianali è spesso curata da una sola persona: la nostra produzione è basata su una filiera tutta interna all’azienda, se ci sono fasi di lavorazione esterne queste vengono realizzate sempre con artigianalità e un know-how che deriva da esperienza e abilità sedimentate negli anni. Per fare un esempio di realizzazione di scarpe artigianali, studiato il tipo di fondo della scarpa che si vuole realizzare quest’ultimo viene costruito passo passo (cuoio, mezza gomma, doppia suola, cucitura) e non incollato come avviene nelle scarpe di produzione industriale. Una volta applicato il fondo viene poi rifinita la forma della scarpa. L’aspetto finale è molto diverso da un tipo di scarpa prodotta su larga scala e il cliente resta soddisfatto perché oltre a essere belle e prodotte con materiali scelti e sicuri, le scarpe artigianali sono comode e durano a lungo.

Qual è l’elemento che in un paio di scarpe artigianali non è ammissibile (magari per far abbassare il prezzo)?

Cominciamo col dire che nelle scarpe artigianali troviamo sicuramente alcuni materiali “sconosciuti” ad altri tipi di scarpe. Come Calzaturificio Due Leoni noi ad esempio realizziamo una polacchina da donna in juta (intreccio di canapa) piuttosto che l’elastico per fare la tomaia. Realizziamo scarpe nickel free con conciatura che avviene esclusivamente in Italia, altro elemento che incide sui costi e dunque sul prezzo finale. Certo, quello che non usiamo assolutamente sono i materiali sintetici a contatto con il piede, a tutto vantaggio della traspirabilità e della salute del piede stesso. Come dico sempre ai miei clienti: “avvolgereste il vostro piede in un sacchetto di plastica?”

Si può parlare di “filiera corta” nella produzione calzaturiera, in particolare nel vostro distretto, oppure è un concetto che va bene solo nella produzione alimentare?

Possiamo parlare di fiera corta anche nel nostro caso, nel senso che per stare sul mercato dobbiamo per forza tagliare sulla distribuzione. Una volta lavoravamo con i negozi che acquistavano dai noi le scarpe e le rivendevano. Oggi però – con la concorrenza dei competitors stranieri – il prezzo medio della merce non made in Italy è più basso, quindi i negozi “pretendono” che anche l’artigiano si adegui a quei prezzi, altrimenti il negozio dovrebbe poi rivendere quella scarpa artigianale a un prezzo troppo alto. Per questo oggigiorno puntiamo su canali di vendita più diretti come fiere e shop online per raggiungere il cliente finale che altrimenti non conoscerebbe i nostri prodotti. Chi prova le nostre scarpe ritorna e ci recensisce online positivamente, parlando di scarpe bellissime, con doppia suola, cucite mano, a un buon prezzo, facendo da volano per altri clienti.

Il miglior rapporto qualità/prezzo è più facile da ottenere nelle scarpe da uomo o da donna?

Solitamente non c’è differenza, il rapporto dipende sopratutto dai materiali usati, dalla tipologia di prodotto e dai vari passaggi relativi alla catena distribuiva. Noi realizziamo scarpe per un mercato e un target di clientela medio-alto, scarpe realizzate artigianalmente vendute a un prezzo medio di 100-140 euro, cifra che permette di acquistare in negozio niente di più di una scarpa di produzione industriale che se va bene è fatta almeno per il 50% all’estero.

Su cosa puntate per questo autunno-inverno 2017-2018? Lancerete nuovi modelli? C’è un trend “irrinunciabile”, una moda del momento da seguire o la produzione artigianale segue logiche un attimo diverse?

La produzione artigianale non può prescindere dal fattore moda per prodotti che oltre a essere di alta qualità devono essere anche belli, devono piacere e intercettare i gusti (del momento o più tradizionali) della clientela. Quest’anno puntiamo molto sui colori di tendenza, marrone-cuoio, con un pellame invecchiato effetto vintage: per l’uomo stiamo vendendo modelli sia classici che classico-portivi, dalle polacchine fino alla scarpa formale inglese. Da ottobre in poi punteremo più su stivaletti e tronchetti in cuoio con fondi importanti, spessi. Anche per la donna si vende bene per questo inizio d’autunno la classica polacchina ma in serbo per quest’inverno abbiamo splendidi stivali sopra il ginocchio disponibili anche in nappa, camoscio e velluto.

Per un inverno (ai piedi) comodo e caldo. Grazie Sandro!

Grazie a voi!

 

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