Il miele: ecco tutti i segreti del “nettare degli dei”
- Redazione Artigiano in Fiera
- 5 anni fa
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Il miele, definito dalla mitologia greca “nettare degli dei”, ha origini lontane: alcuni ritengono che le prime arnie artificiali, realizzate dalle popolazioni ittite, risalgano addirittura al VI millennio a.C.
Oggi, a distanza di secoli, questa preziosa risorsa continua a essere sempre più apprezzata: le indiscusse proprietà benefiche e curative, oltre alla sua versatilità in cucina (e non solo), rendono il miele una presenza fissa sui nostri scaffali.
Insomma, si tratta di un prodotto da gustare ma anche funzionale al nostro benessere: grazie al suo estratto, infatti, è possibile ricavare alcuni cosmetici per il viso e il corpo, in grado di rendere la pelle più morbida ed elastica.
A favorire ulteriormente la sua diffusione ci hanno pensato alcuni artigiani che, grazie a saperi tramandati di generazione in generazione, continuano a promuovere l’utilizzo del miele di qualità: quello che, al contrario dei procedimenti di lavorazione industriale, è sottoposto ai migliori trattamenti artigianali a freddo. L’artigiana Ilenia spiega:
“L’obiettivo è sempre quello di non alterarne la purezza, conservando le caratteristiche organolettiche e nutritive. La ricerca della qualità è, del resto, una caratteristica cruciale”
Questa peculiarità lo rende, peraltro, versatile e adeguato a impreziosire svariati piatti. L’artigiana Rossella aggiunge:
“La mia impresa, oltre ad ampliare l’offerta con l’obiettivo di proporre il miele anche a chi in genere non lo gradisce ha introdotto alcuni abbinamenti interessanti con il limone, il peperoncino, lo zafferano e la crema di nocciola”.
Da qui l’idea di pubblicare un testo di ricette, redatto allo scopo di svelare alcuni segreti utili per condire alcuni alimenti, come la carne o il pesce. Un ricettario unico per impreziosire molti comuni piatti con un tocco di gusto.
Le origini antiche del miele
I primi sciami d’api svolazzavano già in cielo 50 milioni d’anni fa, ben prima dell’uomo, che mosse i suoi primi passi sulla Terra “solamente” un milione di anni fa.
Ma quando ha avuto inizio il loro rapporto? Si stima circa 10 mila anni fa, come rivela una raffigurazione rupestre rinvenuta a Valencia in Spagna. Questo dipinto raffigura una tecnica primordiale che sorprendentemente è ancora usata dai “cacciatori di miele” in India!
E, come racconta una articolo pubblicato dall’Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani, sempre una pittura rivela i primi allevamenti di api per opera degli Egizi nel 2400 a.C.
Nell’antica cultura egizia il miele era ritenuto un cibo d’elite, riservato ai nobili e ai reali; solamente in seguito si è diffuso tra la popolazione, come testimoniato dal ritrovamento di alcuni vasetti di miele nelle tombe dei defunti per far loro compagnia nel lungo viaggio verso l’Aldilà.
Il valore divino
Da dove deriva l’immortalità divina? Secondo la mitologia greca, per mantenersi forti ed eterni gli dèi dell’Olimpo banchettavano con nettare e ambrosia. Lo stesso Zeus si nutriva col latte della capra Amaltea e riceveva il miele dalle figlie di Melisseo.Il carattere divino del miele venne mantenuto dagli antichi latini che nelle loro opere letterarie lo descrivevano come una sostanza che “cadeva dal cielo”.
Anche durante il Medioevo si mantenne questa visione “celeste”, fino a quando nell’Ottocento la chimica organica fornì una spiegazione scientifica per illustrare come venisse prodotto il celebre nettare.
Il processo di produzione del miele
Come si fa il miele? Tutti sanno che viene fatto dalle api, ma in che modo?
Innanzitutto le api, insieme ad altri insetti loro simili, sono gli unici animali a nutrirsi di nettare e polline. Questa sostanza rappresenta per loro un alimento di riserva: avendo il bisogno di accumulare scorte di cibo, trasformano il cibo della stagione estiva in uno a lunga conservazione.
Come avviene questa trasformazione?
Le api addette alla produzione del miele sono le cosiddette mellifere, aiutate successivamente dalle operaie. Alle prime spetta il compito di ricavare nettare e polline dai fiori, che prelevano usando la loro lingua, per poi depositarli nello stomaco.
Una volta giunte nell’alveare rigettano la sostanza che viene così lavorata dalle api operaie (le bottinatrici) che la trasferiscono successivamente nei favi dell’alveare. Dopo diversi giorni l’impasto diventa finalmente miele e per conservarlo durante la stagione invernale gli insetti sigillano le celle in cui è contenuto con la cera.
Finito l’arduo lavoro delle api, comincia quello dell’apicoltore che si suddivide in diverse fasi.
La prima coincide con l’estrazione dei melari, per portarli in laboratorio e procedere così al prelievo del miele. In questa fase è necessario togliere le api e, per non danneggiarle, molti apicoltori ricorrono a un attrezzo chiamato “soffiatore”. Una volta stoccati i melari, è necessario togliere la cera che copre le diverse cellette e per farlo si procede manualmente con un apposito coltello.
I telai possono così essere messi nello smielatore che con la sola forza centrifuga libera il miele dalle celle. A livello artigianale il miele è messo in contenitori per poi essere filtrato, in modo da eliminare eventuali materiali e residui.
Seguono la decantazione e la schiumatura, per togliere la schiuma in eccesso, e l’invasettamento del nettare divino.
L’importanza del fattore tempo per il miele di qualità
Come spiega Giancarlo, artigiano di Artimondo, sulla qualità del miele incide il fatto che essa provenga o meno da apicolture intensive. Queste ultime, infatti, ne salvaguardano meno la qualità perché accelerano i tempi delle api. In particolare, in una apicoltura che punta a produrre dell’ottimo miele, si fa in modo che le api abbiano tutto il tempo di procedere alla trofallassi, ossia al passaggio del nettare da ape in ape per farne aumentare lieviti ed enzimi, poi, quando il nettare viene lasciato dalle api nelle cellette di cera, vi deve rimanere un po’ di tempo (circa un paio di settimane), per maturare bene e trasformarsi nel miele migliore possibile. Invece, nelle apicolture intensive, il miele viene preso appena l’ape lo deposita nella celletta, senza farlo riposare. Tutto il miele in vendita online su Artimondo viene da apicolture artigianali, che rispettano appieno i tempi delle api.
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