Come si pulisce la resina
- Redazione Artigiano in Fiera
- 8 anni fa
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Pulire la resina: compito ingrato! Spesso la fatica e il tempo sprecato non sono ripagati dai risultati. Come fare allora per far tornare i nostri oggetti realizzati con questo materiale “all’antico splendore” senza temere macchie di sorta? Com’è noto oltre alla resina naturale, cioè quella vegetale prodotta da alcune piante, esistono in commercio diversi tipi di resina artificiale, termine con il quale si indica una variegata classe di plastiche (resina epissodica, acrilica, fenolica…) con cui si fanno un sacco di cose: dai manufatti artigianali, ai pavimenti di capannoni e ospedali, fino a mobili e complementi d’arredo, passando per lacche e vernici industriali.
Qui non ci occuperemo della pulizia della resina artificiale-industriale ma di come pulire gli oggetti realizzati con resine naturali o fossili come l’ambra gialla, o semplicemente ambra, che ovviamente sono molto più delicati e preziosi. Vedremo quali accortezze e tecniche di pulizia naturali possono essere usate per smacchiare un ciondolo, un braccialetto o un paio di orecchini fatti con una resina naturale pregiata come l’ambra. Ma vedremo anche come togliere dai nostri vestiti le fastidiosissime macchie di resina cadute ad esempio da un albero di pino o abete sui nostri vestiti.
Che cos’è l’ambra, la resina fossile
L’ambra è naturalmente rilasciata dalle conifere sotto forma di resina, con il tempo si fossilizza e può anche solidificarsi conservando resti fungini e/o vegetali (più raramente animali) rimasti “imprigionati” all’atto della formazione. Più in generale le resine naturali si formano nei canali resiniferi di diverse piante tra cui le terebintacee e le burseracee. L’ambra è costituita da carbonio (79%) idrogeno (10,5%) e ossigeno (10,5%), è semiopaca, o per meglio dire translucida, e il suo un colore è molto vario perché va dal giallo al bruno passando per il rossiccio, il violaceo e il verde.
Nell’antico Egitto l’ambra veniva raccolta e vi si producevano monili. Anche nell’antica Grecia l’ambra era nota e vi si realizzavano gioielli ma non era autoctona, vi era giunta grazie alle popolazioni del Nord Europa che nei loro traffici commerciali attraverso la cosiddetta Via dell’Ambra l’avevano introdotta in Illiria e nell’Egeo. L’ambra si trovava invece in Sicilia dove veniva lavorata dai popoli italici.
Pulire la resina con tecniche naturali
Come pulire la resina fossile rappresentata dall’ambra? In primo luogo va detto che usare prodotti chimici o comunque aggressivi non permette di ottenere risultati apprezzabili anzi può rovinare i nostri oggetti o gioielli. L’ambra è infatti tra le resine più morbide in assoluto, ragione per cui anche l’alcol è sconsigliato per smacchiarla.
Se non vogliamo pulire i nostri oggetti in ambra troppo spesso sarà utile prestare qualche attenzione in più: e allora non usare i nostri ciondoli, collane o bracciali, se si va a mare o in piscina, se si lavano i piatti, se si lava l’auto e ancora se si mettono profumi, oli, lacche e altri cosmetici a stretto contatto con il nostro oggetto in ambra. Anche gli sbalzi di temperatura sono da evitare.
Come pulire allora la resina, o meglio i nostri oggetti e gioielli in resina, quale può essere un bracciale in ambra? Dopo esserci muniti di un morbido panno di daino, o anche di microfibra o flanella, verseremo in un recipiente (va bene anche un pentolino) poco meno di mezza tazza di acqua calda e aggiungeremo tre gocce di sapone naturale e neutro, quello di Marsiglia è ottimo.
Se agitiamo il composto vedremo che si forma una schiuma in cui immergeremo il panno per poi strizzarlo e passarlo sul bracciale con delicatezza. Con un altro panno pulito asciugheremo il nostro oggetto in resina avendo cura di eliminare le tracce residue di umidità. Altri noti tipi di resina naturale sono la resina di pino, di abete, di dammar e di acacia.
Per pulire la resina caduta da un albero sul nostro giubbino o pantalone durante l’ultima passeggiata fatta per i boschi possiamo usare prodotti naturalissimi ed efficaci. Uno dei metodi “della nonna” è quello di usare l’olio di oliva, applicandone qualche goccia sulla macchia, poi però dobbiamo lavare bene il capo per togliere l’olio (magari dopo aver applicato sullo stesso del borotalco) con del sapone naturale.
Questo metodo va benissimo per i capi di cotone colorati, mentre per quelli bianchi può bastare l’applicazione sulla macchia di un batuffolo di bambagia imbevuto di alcol 90 gradi. Per pulire la resina sugli indumenti di lana invece può essere molto utile usare alcol e trementina (il balsamo delle abetinee) insieme, in modo da creare una miscela “sciogli macchia”.
Servono tre parti di alcol per una di trementina. Prima è consigliabile però lavare il capo con acqua calda e sapone naturale. Alla fine di tutti i trattamenti descritti risciacquare sempre abbondantemente, tenendo comunque presenti le indicazioni sulle etichette dei vestiti (“Lavare al rovescio” e così via).
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