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Raggi ultravioletti e indice UV: cosa sono e come proteggersi dall’esposizione solare

raggi ultravioletti

Di raggi ultravioletti (UV) e dei loro effetti nocivi per l’uomo si sente parlare spesso solo d’estate anche se tutti e 365 giorni all’anno possiamo essere esposti a radiazioni ultraviolette più o meno intense. Se è vero che il sole è la prima fonte di raggi ultravioletti ci sono anche fonti di luce artificiale che emanano radiazioni UV che sono classificate come la porzione di spettro elettromagnetico con una lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 nanometri (nm).

Lo spettro della luce solare è infatti ben più ampio di quello che noi vediamo. I raggi invisibili, quelli che sono comunemente chiamati raggi infrarossi, li avvertiamo ad esempio con il calore sulla pelle, mentre i raggi ultravioletti non danno sentore immediato ma vengono assorbiti dal sistema biologico e potenzialmente possono causarne modificazioni.

Le radiazioni ultraviolette così come quelle infrarosse sono tutt’e due onde elettromagnetiche, la differenza sta nella lunghezza d’onda che per i raggi infrarossi è tra un millimetro e 760 nm mentre per gli ultravioletti è compresa tra 400 nm e 10 nm. Abbiamo tre grandi categorie, tre grandi bande, di raggi ultravioletti: UVA (315-400 nm), UVB (280-315 nm) e UVC (100-280 nm).

Più diminuisce la lunghezza d’onda più aumenta la pericolosità dei raggi UV. La maggior parte di quelli che arrivano sulla superficie terrestre sono raggi UVA, gli UVC invece sono totalmente assorbiti dall’atmosfera. La potenza degli UV in ogni caso aumenta al crescere dell’altitudine e dell’altezza del sole (vedi il solleone di luglio e agosto) così come al calare della latitudine e della nuvolosità.

Potenziali danni da raggi ultravioletti

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’esposizione a radiazioni ultraviolette può causare tutta una serie di disturbi, alla pelle e agli occhi, dalle semplici scottature alla cataratta corticale fino ad arrivare a carcinomi e patologie anche più gravi. Ecco come le patologie da raggi UV sono sintetizzate dall’Istituto Superiore di Sanità:

•melanoma cutaneo, tumore maligno dei melanociti, cellule della pelle che producono il pigmento cutaneo (melanina)

•carcinoma squamoso della pelle, tumore maligno che, rispetto al melanoma, ha un’evoluzione più lenta ed è associato a minore morbilità e mortalità

•carcinoma basocellulare (basalioma), tumore cutaneo che si sviluppa prevalentemente in età avanzata e si diffonde lentamente e localmente

•carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva, raro tumore oculare

•cheratosi, malattie croniche della pelle che in rare occasioni possono generare lesioni pretumorali

•scottature

•cataratta corticale, degenerazione del cristallino, che diventa sempre più opaco fino a compromettere la vista e che, in certi casi, può portare anche alla cecità

•pterigio, inspessimento della congiuntiva che porta a opacizzazione della cornea o a una limitazione dei movimenti oculari

•riattivazione dell’herpes labiale, a causa dell’immunosoppressione indotta dall’eccesso di UV.

Le tradizione UV perà svolgono anche una funzione molto importante per la sintesi organica di vitamina D, essenziale per lo sviluppo dello scheletro e per ossa sane. Il bello è che basta basta una minima esposizione ai raggi UV per ottenere questi effetti positivi.

Come proteggersi dai raggi UV: prevenzione e consigli 

La prima regola è stare lontani dalla luce del sole tra le 10 e le 14, ore in cui è meglio stare a casa al fresco. Allo stesso modo sono da evitare lettini abbronzanti e docce solari almeno fino ai 18 anni. Molto importante è anche indossare cappelli e vestiti coprenti e piuttosto aderenti in fibre naturali per proteggerci dai raggi ultravioletti. Un cappello a falda larga ad esempio è buono anche per salvaguardare gli occhi, le orecchie e la nuca oltre che il viso. Anche gli occhiali da sole vanno presi ad alta protezione specie per i più piccoli.

Per la prevenzione dagli effetti dei raggi UV a seconda dell’età e del tipo di pelle vanno usati prodotti (crema o latte solare) protettivi (con un fattore di protezione di almeno +15) da applicare come minimo ogni due ore o più di frequente in caso di sport all’aperto, bagni, nuotate o comunque sudorazione abbondante.

Ma non basta, perché anche dopo l’esposizione solare, la protezione della pelle deve continuare. Come ci ha consigliato il dermatologo, infatti, è indispensabile anche l’uso di un buon dopo sole per ripristinare al meglio e in fretta l’idratazione e la fisiologia cutanea che sono compromesse dopo ore pattate al sole. Esistono ottime creme doposole come quelle artigianali che trovate su Artimondo, che sono realizzate solo con ingredienti naturali e nel pieno rispetto dell’ambiente.

Indice UV

L’indice UV (sigla internazionale UVI, Ultra Violet Index) ci fornisce la quantità di radiazioni ultraviolette che giungono in una data area della superficie terrestre. Maggiore è il valore dell’indice UV, maggiore è il danno potenziale per la pelle e gli occhi e minore il tempo necessario a che questi effetti si verifichino. L’indice UV varia da 0 (nelle ore notturne) a un massimo di 15-16 (sotto il sole allo Zenit dei Tropici).

Alle latitudini “nostrane” l’indice non va oltre 10. L’indice UV, elaborato quotidianamente dai centri Meteo, è un frutto di un progetto voluto dall’OMS in collaborazione con il Programma per l’Ambiente dell’ONU (UNEP), l’Organizzazione Meteorologica Mondiale e la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP).

 

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