Rana pescatrice: caratteristiche, lavorazioni e cucina
- Redazione Artigiano in Fiera
- 7 anni fa
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La rana pescatrice o coda di rospo è un pesce pregiato appartenente alla famiglia dei Lofidi (Lophiidae) il cui habitat naturale è rappresentato dagli oscuri e sabbiosi fondali d’alto mare dell’Atlantico, dell’Antartico e dell’Oceano Indiano ma è possibile trovarla anche nel Mediterraneo e su fondali più bassi, costieri e tropicali. In Italia viene pescata sia nel Tirreno sia nell’Adriatico che nel Mar di Sicilia.
Rana pescatrice o coda di rospo
La rana pescatrice (Lophius pistorius) può arrivare anche a superare il metro di lunghezza, questo vale soprattutto per le femmine. Più piccolo il maschio per una lunghezza che parte in genere dai 30 centimetri. L’aspetto della rana pescatrice o coda di rospo non è esattamente splendido. Ha un colore scuro (bruno-olivastro con tracce di viola), una testa allargata e appiattita, come se fosse stata schiacciata, ricoperta da uno strano di cresta ossea e spine.
La mandibola inferiore è prominente e mostra denti molto affilati, ai lati sono presenti sporgenze cutanee che fanno risaltare l’aspetto “minaccioso” di questo pesce. Il fatto che la rana pescatrice sia poco gradevole alla vista poco conta di fronte alla qualità e al sapore della sua carne magra e delicata, ricercato ingrediente per pietanze più o meno elaborate.
La rana pescatrice contiene circa 60 Kcal ogni 100 grammi. Ipocalorica e povera di grassi (1,50 grammi ogni 100) contiene buone percentuali di fosforo ed è fonte di vitamina A e vitamine del gruppo B (Niacina, Riboflavina).
Perché si chiama rana pescatrice
Il nome rana pescatrice o coda di rospo rinvia al tratto distintivo del pesce, caratteristica in realtà soltanto delle femmine della specie: una parte della pinna dorsale sporge verso fuori, appena sopra la larga bocca, come fosse una canna da pesca. La punta di questa “canna da pesca” è carnosa e lucente: serve come esca per attirare le prede. La rana pescatrice viene pescata a sua volta con lenze da fondo, palangari e reti da traino, praticamente tutto l’anno ma meno in estate.
Rana pescatrice e cucina
In cucina la rana pescatrice o coda di rospo, con le sua carne rosa (bianca alla cottura), magra e soda, si presta a svariate ricette, da quelle più semplici (in padella con olio d’oliva e pomodoro ciliegino) a quelle gourmet. Se pescata nel Mar Mediterraneo le carni possono avere un sapore più deciso, con differenze di gusto ad esempio tra le pescatrici prese in Sicilia e quelle pescate nell’Adriatico la cui carne risulta essere più delicata.
Con la rana pescatrice si possono fare gustose zuppe di pesce così come preparazioni al forno, alla griglia, al vapore, sotto sale o al cartoccio, con i più vari condimenti. Dai capperi alle olive fino allo zafferano. Anche gli scarti della rana pescatrice sono ottimi per condire e insaporire una linguina allo scoglio piuttosto che un risotto alla pescatora. Con la testa si preparano deliziosi brodi e gelatine, con le code prelibati filetti, anche affumicati. Come spiegano i produttori artigianali sardi di “Bottarga e Affumicati – Gusti Pregiati di Pino Spanu”:
La pescatrice affumicata è ottenuta dall’accurata selezione di filetti freschi di code di rana pescatrice, dopo una naturale affumicatura a freddo con l’utilizzo esclusivo di legni della macchia mediterranea. I filetti di pescatrice, prima di essere confezionati e venduti, sono lavorati artigianalmente, infatti vengono rimosse le lische, le carni vengono arricchite da spezie naturali tipiche mediterranee e, infine, sottoposti a rigidi controllo di qualità, per garantire una pietanza dal gusto autentico, fresco e genuino.
Senza conservanti, i filetti affumicati di pescatrice possono essere consumati al naturale o con un leggero condimento di olio extravergine d’oliva, succo di limone e pepe nero. L’ideale se si intende stupire i propri ospiti servendo un antipasto raffinato quanto prelibato.
Foto | Flickr
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