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La stevia: un potente dolcificante naturale

stevia

E’ possibile appagare il palato con dolci pietanze e bibite “zuccherose” senza preoccuparsi di linea e di diabete? Secondo alcuni è possibile, grazie alle incredibili proprietà di alcune piante diffuse negli angoli del pianeta.

E’ il caso della Stevia Rebaudiana, una pianta perenne di origine sudamericana (abbiamo testimonianze che raccontano che le antiche popolazioni la conoscono da millenni), le cui foglie hanno una caratteristica molto particolare: hanno un potere dolcificante.

Le proprietà della Stevia

La scoperta della Stevia e la sua immissione nel mercato occidentale è iniziata nel 1887, grazie allo Svizzero Mosè Santiago Bertoni; ma è solo nel 1931 che vennero studiate le sostanze edulcoranti presente nelle foglie, vera caratteristica di questa pianta.

Da quando venne fatta questa scoperta, la pianta fu utilizzata subito con grande successo come dolcificante, anche perchè i principi attivi contenuti nelle foglie (in particolare lo stevioside e il rebaudioside), una volta seccate, hanno un potere edulcorante molto maggiore del comune zucchero (si dice tra le 150 e le 250 volte!).

Ma non è tutto: al contrario del normale zucchero, questi principi attivi non hanno nessun potere nutrizionale. Tanta dolcezza a zero calorie: sembra un sogno! E in più sono anche stabili, in particolare alle alte temperature: questo vuol dire che anche si può utilizzare anche su preparati e impasti che verranno cotti in forno o nelle bevande calde.

Le proprietà dolcificanti non sono le uniche contenute nella Stevia: fin dall’antichità le foglie di questa pianta erano conosciute per le sue qualità terapeutiche e medicinali, capacità che gli sono state riconosciute anche dalla scienza. Le ricerche condotte sulle foglie hanno dimostrato la sua ricchezza in ferro, manganese, carboidrati, proteine e vitamine varie: per questo motivo la Stevia è una pianta decisamente apprezzata nell’omeopatia.

La stevia fa male?

Oggi la stevia è ancora oggetto di discussioni nel mondo scientifico, con sentimenti molto discordanti tra loro.
E’ evidente che l’utilizzo delle foglie di questa pianta al posto dello zucchero “normale” porta benefici, soddisfacendo la voglia di dolce pur mantenendo un apporto calorico pari a zero: questa qualità è particolarmente importante per tutti coloro che sono in cura per l’iperglicemia. Tra l’altro sembra che la stevia non si limiti semplicemente a non contribuire al deposito di glucosio nel sangue: il suo utilizzo permetterebbe anche una vera e propria regolazione del livello di glicemia.

Gli studi più recenti dimostrano infatti che la presenza di stevioside e rebaudioside A influenzano positivamente le cellule beta del pancreas, andando a favorire i processi che eliminano gli eccessi di glucosio nel sangue.

Ma non solo: alcune ricerche hanno sottolineato che i flavonoidi contenuti nella stevia aiutano a contrastare i radicali liberi, che causano l’invecchiamento della pelle. Inoltre un suo regolare uso è indicato anche per le proprietà antibatteriche, antiacide e ipotensive.

Tutte queste proprietà sembrerebbero dire che la stevia è una pianta “magica”, che porta solo benefici a tutti coloro che la consumano abitualmente. Purtroppo non è così: in Europa fino a poco tempo fa l’utilizzo della stevia come dolcificante è stato osteggiato a causa di alcuni sospetti di cancerogenicità. Il dibattito è ancora aperto: i sostenitori di questa pianta sostengono che le sue controindicazioni sarebbero molto minori rispetto ad altri dolcificanti industriali (e più commerciali).

Ad esempio, confrontando stevia ed aspartame, è curioso notare come, nelle tabelle delle dosi giornaliere raccomandate, il dosaggio di aspartame (che è risaputo che faccia male alla salute, seppur nel lungo periodo) superi di ben 40 volte quella di un dolcificante comunque naturale come la stevia. Alcuni vedono in questi pareri “scientifici” anche dei complotti commerciali, volti a imperdire il suo sviluppo, a favore di dolcificanti industriali.

Una prova a favore della stevia portata dai suoi sostenitori a parziale conferma delle ipotesi sulla sua sanità, dice che nei Paesi dove si utilizza più comunemente (tra cui il Giappone, dove viene inserita addirittura negli ingredienti della Coca Cola Zero!) non si sono registrate particolari problematiche di salute.

Ciononostante, in alcune zone del mondo, tra cui l’Unione Europea, la stevia è consentita solamente come integratore alimentare ma non come ingrediente. Solo ulteriori studi e ricerche potranno fare luce sull’argomento: per ora dobbiamo seguire le indicazioni di FAO e OMS, che limitano il suo consumo a una dose massima giornaliera pari a 2 mg/kg.

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