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Storia del pettine: dalle origini all’eta moderna

storia del pettine

La storia del pettine è davvero antica e affonda le sue origini nel passato più remoto. I primi rudimentali strumenti che possiamo definire come pettinatori, che servivano con ogni probabilità non per ravviare i capelli ma per decorare e cardare i filamenti di piante tessili, risalgono addirittura all’epoca protoneolitica secondo i ritrovamenti effettuati in Scandinavia, a Ertbølle e Meilgaard.

Possiamo dire che l’invenzione del pettine, le cui prime forme ricordavano la mano umana, è quindi preistorica, anche se per utilizzi del tutto diversi da quelli odierni. La storia del pettine, o meglio la sua evoluzione, proseguirà fino a farlo diventare strumento per acconciare, pulire e ordinare i capelli già nel mondo antico. I pettini nell’antichità non erano però solo semplici e pratici strumenti, molto spesso rivestivano infatti anche una funzione cultuale.

 

Storia del pettine nel mondo antico

Nell’antico Egitto già dall’epoca predinastica i pettini venivano conservati nelle tombe insieme ai defunti. Nella necropoli di Naqādah (III millennio a. C.) sono stati trovati dei pettini in avorio, in altre necropoli della prima dinastia sono stati rinvenuti anche esemplari in corno e osso.

I pettini secondo alcuni studi venivano usati anche per ornamento del capo e per appuntare le trecce insieme agli spilloni. Si trattava più in generale di un tipo di pettine con una sola fila di denti, con la costola che poteva essere semplice o intagliata e raffigurare animali e/o uomini; a volte sull’impugnatura c’era inciso anche il nome del proprietario.

Nella Grecia classica (V-IV secolo a.C.) il pettine faceva parte del corredo delle divinità: ad Argo ad esempio era conservato un pettine aureo affinché fosse usato da Atena (dea della sapienza e delle arti) e pettini venivano offerti come ex voto anche ad Afrodite (dea della bellezza, della fertilità e dell’amore).

In epoca romana il pettine era già strumento indispensabile dell’arte di trattare,  pulire e acconciare i capelli come mostrano i rilievi sui monumenti funebri di parrucchieri, ornator e pectinator, e parrucchiere, pectinatrix, dell’epoca. Ai tempi dell’impero poi le pettinature erano davvero molto elaborate ed è in questo periodo che si affermano i pettini doppi, gli “antenati” dei pettini da pettinatura usati ancora oggi, con una fila di denti più serrata da una parte e una più larga dall’altra.

Diciamo dunque che, secondo gli studi storico-archeologici, il pettine come oggetto da toletta in senso stretto esisteva già nell’antichità e serviva quasi solo per districare e ravviare i capelli. Gli studiosi divergono infatti sull’uso del pettine come ornamento per i capelli. Di sicuro i pettini antichi erano già di due tipi, semplici oppure doppi. La storia del pettine non può prescindere dai materiali usati per fabbricarli nel corso del tempo.

I primi esemplari dell’antichità erano di legno e di osso (nelle tombe egizie della prima dinastia) poi con l’inizio dell’età del bronzo saranno di corno e di metallo. In seguito arriveranno anche preziosi pettini in argento e oro, come quello aureo di età e manifattura greca classica trovato in una tomba principesca a Solocha, nella Russia meridionale, con un’unica fila di denti e l’impugnatura  decorata a traforo.

Ricordiamo che nella Grecia classica i capelli lunghi erano diffusi anche tra gli uomini quindi possedere un pettine era d’obbligo non solo per le donne; i pettini erano perciò un oggetto di larga diffusione e ce ne dovevano essere per tutte le tasche.

 

Storia del pettine nel Medioevo

Il pettine nel Medioevo non subisce grandi evoluzioni, sia dal punto di vista dei materiali con cui è realizzato sia dal punto di vista della forma, sia per gli usi a cui è deputato. Pettini di piombo sono stati spesso trovati nell’Alto Medioevo a corredo delle tombe dei guerrieri di alto rango delle popolazione barbare.

I pettini oltre che di piombo (il cui uso all’epoca veniva consigliato da taluni anche per imbrunire i capelli…) saranno prodotti in avorio, corno o osso ma anche in legno, materiale che si prestava di più a lavorazioni e decorazioni elaborate, solitamente di stile bizantino almeno fino al XIV secolo.

Tra i pettini preziosi appartenenti ai regnanti del vastissimo periodo che va sotto il nome di Medioevo ricordiamo il pettine della regina Teodolinda (VI secolo) conservato nella basilica di Monza, che è in osso con guarnizione d’argento e 5 gemme preziose, e quello di Enrico I di Sassonia (876-936), decorato con pietre preziose e conservato nel duomo di Quedlinburg.

 

Il pettine nell’età moderna

A partire dal XVII secolo in poi la storia del pettine comincia a fare il suo ingresso nell’età moderna. L’utilizzo diffuso del pettine coinvolge anche gli uomini, sia per ravviare le fogge delle parrucche sia per il diverso modo di portare i capelli.

Nel 1600 c’erano già pettini di tartaruga, famoso quello della regina Cristina di Svezia. Poi le nuove tecnologie di lavorazione faranno da volano per l’ulteriore diffusione dei pettini che per la maggior parte saranno sempre prodotti con gli stessi materiali: osso, corno, tartaruga, legno.

A partire dalla metà degli anni Venti del Secolo scorso si diffusero poi in larga misura i pettini da testa, cioè quelli per acconciare e ornare i capelli, che erano variamente decorati e venivano realizzati in diverse forme, almeno finché il successivo trend dei capelli corti ne limitò di parecchio l’utilizzo fino a farli quasi sparire.

Oggi i pettini per pettinare più diffusi in commercio sono fatti soprattutto di composti plastici speciali, celluloide e galalite su tutti, ma ovviamente si può optare per pettini artigianali di qualità decisamente migliore e realizzati con prodotti più adatti alla cute.

 

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