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Storia della cintura

storia della cinturaLa storia della cintura, la storia di quello che è l’accessorio per eccellenza del guardaroba maschile, affonda le sue origini nell’antichità più remota. Le primitive forme di cintura non hanno solo una funzione pratica ma sono già un elemento distintivo di genere e di ceto. Il perizoma indossato nel Neolitico rappresenta già un simbolo politico-sociale collegato pur sempre all’insorgere del pudore.

Oggi la cintura è un capo iconico, un simbolo di stile, appunto un accessorio, per quanto importante e “ineludibile”. Ma come elemento del vestiario la cintura è uno dei primissimi capi (insieme alle scarpe) realizzati e usati dall’uomo per scopi non solo pratici.

I significati simbolici della cintura

La cintura, cioè una striscia di materiale più meno flessibile (corda, tessuto, metallo, cuoio) per stringere o sorreggere alla vita le vesti, che nei suoi primi esemplari altro non era che un semplice cordone, assume subito anche un significato ornamentale e distintivo. La cinta sorregge utensili, armi e oggetti di uso comune.

Al contempo praticamente tutte le religioni conservano tracce di cinture (spesso cordoni) impiegate nelle cerimonie sacre e facenti parte dell’abbigliamento del sacerdote. Il cingolo è tutt’oggi parte del vestiario liturgico del prete cattolico. Inoltre diverse culture hanno assegnato nel corso dei millenni all’oggetto cintura una sorta di funzione terapeutica.

Ancora oggi diversi popoli primitivi usano le cinture come amuleti considerati in grado di prevenire la tosse canina piuttosto che la pleurite. La storia della cintura è quindi antica quanto l’uomo e nasce con il senso del pudore entrando nello stesso tempo a far parte della moda di tutti i tempi e di tutti i popoli.

Dall’antico Egitto alle civiltà della Mezzaluna fertile, dalla Grecia all’Asia fino agli antichi ebrei, i reperti storico-archeologici raccontano, pur nella varietà di fogge e ornamenti, di un accessorio simbolo di ceto e ricchezza, di potere ed eleganza. Il soldato romano indossa la cintura oltreché come elemento difensivo per mostrare il suo grado (100 a.C.). Chi è discinto, senza cintura, è lo schiavo.

Oltre mezzo secolo dopo la cintura, o meglio il cinturone, rimane, per il guerriero teutonico, quel che distingue l’uomo libero dal servo della gleba. I cinturoni sono molto appariscenti e decorati con guarnizioni alle quali si appendono armi e oggetti di uso quotidiano. Dopo aver visto la simbologia legata alla cintura, proviamo a sintetizzare la storia dell’accessorio nelle sue tappe principali.

La cintura: dall’Età del bronzo al Rinascimento

Alcuni reperti risalenti all’Età del bronzo parlano dell’uso di cinture in metallo già a quell’epoca. La cintura era usata dagli antichi egizi e con ogni probabilità ancora prima dai popoli finnici per sorreggere sui fianchi le tuniche intere e renderle comode anche in caso di improvvise fughe. Esempi di cinture con funzioni anche cultuali e identificative della classe sociale si trovano in tutte le civiltà pre-romane.

Il cordone che lega in vita il saio dei monaci è un altro tipo di cintura che dal Medioevo in poi assumerà un alto valore simbolico. I nodi che i preti cattolici creano al momento dell’investitura sono altrettante rinunce nei confronti della materialità del mondo. Ma come visto non erano solo i religiosi ad assegnare valore simbolico alla cintura, anche soldati e guerrieri si riconoscevano dal grado dalla cintura, cui erano attaccate sacche, foderi di spade e pugnali, immediatamente estraibili, grazie la fatto di avere le mani libere.

È a partire dal XV secolo d.C. che la cintura comincia a svestirsi di significati simbolici per diventare oggetto quasi eminentemente pratico, accessorio del vestiario. Cominciano a diffondersi cinghia, cordone o bragherio, con alte cinture in cuoio per contenere il ventre e reggere i panni da gamba.

La cintura diventa (anche) femminile

Con il Rinascimento la storia della cintura conosce una nuova tappa, diventando anche di uso femminile. La moda dei corpetti e bustini lascia il passo alle comode tuniche fatte di materiali più leggeri che richiedono cinture in vita. Sempre in questo periodo si va affermando anche l’utilizzo della fibbia, per una migliore stabilità della cinta al corpo.

La cintura diventa così accessorio anche femminile diventando più “morbida”, raffinata ed elegante come si può vedere in diversi e famosi dipinti dell’epoca in cui la bellezza dell’accessorio attira spesso più del resto dell’abbigliamento.

La storia della cintura verso la modernità

La storia successiva delle cintura non abbandonerà più la cinghia come suo elemento caratteristico. Le cinghie sono man mano realizzate in varie forme e dimensioni e diversamente decorate. La cinta diventa molto più comoda e funzionale, si può abbinare alla bratelle, si alza e si abbassa da sotto il torace fino al giro vita.

Al giorno d’oggi la cintura, sia da donna sia da uomo, è un accessorio sempre molto ricercato e che viene indossato al di là dell’esigenza funzionale di sorreggere alla vita i vestiti. Le cinture vengono realizzate in mille forme e colori diversi a seconda del trend del momento, ma bisogna stare attenti ai materiali con cui sono realizzate tra cui anche gomma, cartone, plastica.

La garanzia di qualità di una cintura prodotta artigianalmente può evitarci di incorrere in brutte sorprese e non farci dimenticare che non stiamo indossando solo un accessorio (più funzionale o modaiolo o tutt’e due le cose insieme è ognuno di noi a deciderlo), ma soprattutto il lontano discendente di uno dei primi manufatti artigianali realizzati dell’uomo fin dalla sua comparsa sul pianeta

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