Qual è la differenza tra succo e nettare di frutta?

Redazione Artigiano in Fiera
8 anni fa
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1 min

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Qual è la differenza tra succo e nettare di frutta? E tra succo, nettare e polpa di frutta? Quale tra le tre diciture indica un prodotto qualitativamente migliore? Se almeno una volta davanti agli scaffali del supermercato vi è capitato di porvi la domanda e state leggendo questo post, allora vuol dire che è venuto il momento di fugare i dubbi una volta per tutte! Cominciamo dalla differenza tra succo e nettare di frutta per specificare poi cosa si intende di preciso anche per polpa di frutta e bevanda alla frutta.

Succo e nettare di frutta, succo e polpa: definizioni

Con la denominazione succo di frutta possono essere indicati solo i succhi costituiti da frutta al 100%, senza l’aggiunta di altri ingredienti. La direttiva 2001/112/CE (assorbita nella modificata direttiva 2012/12/UE recepita in Italia con il D.lgs. n. 20 del 2014) definisce i succhi di frutta come “il prodotto fermentescibile ma non fermentato, ottenuto da frutta sana e matura, fresca o conservata al freddo, appartenente ad una o più specie e avente il colore, l’aroma e il gusto caratteristici dei succhi di frutta da cui proviene. L’aroma, la polpa e le cellule del succo che sono separati durante la lavorazione possono essere restituiti allo stesso succo“.

Nei succhi di frutta in senso stretto la percentuale di zucchero indicato in etichetta fa riferimento soltanto allo zucchero naturalmente presente nel frutto. Per succo di frutta concentrato si intende invece quello ottenuto per disidratazione da uno sciroppo di frutta concentrato poi ricostituito prima del confezionamento (aggiungendo l’acqua tolta in precedenza al succo concentrato).

Per nettare di frutta, seppure la dicitura potrebbe far pensare a un prodotto di qualità superiore rispetto al semplice “succo di frutta”, si intende invece un prodotto in cui la percentuale minima di frutta contenuta è molto inferiore. Il nettare di frutta prevede l’aggiunta di acqua e zucchero e degli additivi permessi dalle norme europee.

Sull’etichetta del nettare di frutta, che deve essere fatto con una percentuale di purea o succo di frutta mai inferiore al 25% (in genere tra il 25 e il 50%), comparirà la scritta “Frutta …% minimo”. Il nettare di frutta viene anche chiamato “Succo e polpa” se la materia di partenza utilizzata è la purea di frutta (ottenuta da frutti solidi come la mela ad es.) che a sua volta può essere concentrata o non concentrata.

Per purea di frutta si intende quel che si ricava setacciando la parte commestibile dei frutti senza eliminare il succo. Anche qui dopo la dicitura “Succo e polpa” compare in etichetta la percentuale minima di frutta contenuta.

Bevande alla frutta

Fatta la differenza tra succo e nettare di frutta (e polpa) c’è un’altra distinzione da fare per non incorrere in malintesi. Parliamo delle bevande alla frutta (regolate da una disciplina diversa da quella vista finora) per le quali la percentuale minima di frutta è pari appena al 12%, con l’aggiunta di zuccheri, acqua e altri ingredienti, tipo aromi, conservanti e anche coloranti. Se la quantità minima di frutta è poi inferiore al 12%, siamo davanti a una bevanda “al gusto” di frutta.