Unicità, qualità e durata: le peculiarità dei mobili artigianali

Redazione Artigiano in Fiera
10 anni fa
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1 min

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La scelta dei mobili per la propria casa è un tema caro alle famiglie italiane, sempre alle prese con numerose considerazioni al momento dell’acquisto: l’esigenza di contenere l’investimento, la necessità di acquistare arredamenti di qualità, il desiderio di assicurarsi un “pezzo” realizzato in modo ecosostenibile.

Negli ultimi anni, la crisi economica ha sicuramente incentivato il “low cost”, ma le soluzioni economiche non sempre garantiscono le peculiarità del prodotto fatto a mano: sebbene i prezzi fissati da alcune grandi rivenditori catturino facilmente l’attenzione, le offerte “imperdibili” non assicurano le caratteristiche originarie del mobile artigianale.

In effetti, solo le competenze dei maestri mobilieri, che non operano con l’ausilio di macchinari, danno vita a creazioni esclusive.

“Questo metodo di produzione consente all’artigiano di ‘aggiustare il tiro’ e di apportare, costantemente, delle migliorie al manufatto – spiega Simona Beretta (Ottavio Beretta Arredamenti) -. Una circostanza che esclude la replicabilità dell’opera, rendendola unica nel suo genere”.

“A differenza della produzione industriale – aggiunge Giovanni Mariani (Mariani Arredamenti) -, riusciamo a personalizzare i mobili: dal materiale al numero dei cassetti, cerchiamo di adattare il manufatto alle esigenze dei nostri clienti. È chiaro che questa opportunità, insieme con l’assistenza fornita e alla qualità del legno, incide sulla formazione del prezzo”.

Il processo di trasformazione del prodotto grezzo in finito prevede l’utilizzo di materie prime capaci di offrire una maggiore resistenza nel tempo.

“L’accurata stagionatura ed essiccazione del legno è sicuramente la prima fase del nostro lavoro – spiega Dario Del Fabbro (Cordel srl) -. Il nostro procedimento consente, poi, la corretta combinazione dei colori e delle venature, assicurando la perfetta finitura. Un mobile deve essere sinonimo di robustezza per essere tramandato di generazione in generazione”.

Unicità, qualità e durata sono, dunque, alcune delle prerogative di uno stile di arredamento che si avvale di una metodologia a basso impatto ambientale.

“Gli artigiani sono particolarmente sensibili al tema ma, al contrario dei retailer, non hanno le forze per comunicarlo adeguatamente al mercato – continua Simona Beretta -. Eppure le regole valgono per tutto il settore, senza distinzione tra grandi e piccoli”.

Basti pensare alle norme europee che riguardano la verniciatura (EN 71.3) che va effettuata dagli operatori del comparto con prodotti ad acqua, senza l’utilizzo di agenti chimici e solventi.

“Gli artigiani sono professionisti sempre più attenti alla provenienza delle materie prime – spiega Diego Florian, direttore dell’ufficio italiano del Forest Stewardship Council (FSC), l’organizzazione internazionale che promuove la gestione responsabile di foreste e piantagioni -. Sono sempre più interessati a ricostruire la storia del legno che utilizzano, per poter illustrare al cliente sempre più caratteristiche del materiale utilizzato. Per questa ragione, la nostra ONG sta operando anche in Italia per diffondere la cultura dei prodotti provenienti da foreste gestite secondo gli standard FSC e tracciati lungo tutto il processo di trasformazione. Per gli artigiani, poter etichettare FSC i propri prodotti, risulterebbe un ulteriore valore aggiunto alla loro attività attraverso un marchio ampiamente riconosciuto nel mercato internazionale”.