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Vini per capodanno, gli abbinamenti e i consigli dell’esperto

vini per capodanno
È già iniziato il countdown per la fine dell’anno e puntuali come gli orologi svizzeri amici, parenti e conoscenti ti chiedono: cosa fai a Capodanno? Beh, per evitare questa annosa domanda, puoi sempre rispondere che il 31 sarai in compagnia di un buon calice di vino, perché il vino a Capodanno è sempre un’ottima idea. Soprattutto se è prodotto in maniera naturale ed è made in Italy.

Vino per capodanno: qual è l’abbinamento più corretto

Sono stati classificati 4 tipi di abbinamento cibo vino.
L’abbinamento per tradizione: a piatti tipicamente regionali sono abbinati vini della stessa zona geografica. Si tratta di una tecnica antica e naturale che mette insieme le affinità di sapori con i profumi tipici dei vini.
L’abbinamento per stagione è quello più semplice: a cibi estivi si affiancano vini freschi; a piatti più complessi e invernali note più strutturate.
L’abbinamento per contrasto, il cui principio è quello che alcune sensazioni del vino o del cibo bilancino gli squilibri dell’altro.
L’abbinamento per analogia è quello in cui cibo e vino si somigliano e a prevalere è la sensazione gustativa nell’insieme.
E se queste sono le indicazioni tecniche, noi vi suggeriamo alcuni semplici accostamenti.
Allo zampone, cotechino e salame cotto si abbina sempre un vino rosso frizzante con una buona acidità; con il prosciutto e i salami crudi si sorseggia un vino rosato o rosso morbido, mentre un rosso giovane è l’ideale per accompagnare tortelli e pasta fresca ripiena. Il panettone? Neanche a dirlo, solo con un buon bianco spumante aromatico.

Vino per capodanno: il consiglio dell’esperto Paolo Massobrio*

Vino per Capodanno: quali gli abbinamenti ideali per brindare al nuovo anno?

Per me il vino per Capodanno è la migliore bottiglia che ho in cantina. Mi sembra banalizzante il botto delle bollicine solo per il gusto di fare un po’ di rumore con il tappo; come ritengo anacronistico il cenone di un tempo che demanda tutto a fare arare le mandibole. Direi che è molto più divertente attrezzarsi con una serie di assaggi di cose buone già pronte in tavola, privilegiando il fatto che chi ci ospita stia fra di noi anziché a cucinare. Quindi a mezzanotte si deve stappare il vino che più offre emozioni. Per la tavola, invece, vedo bene un brut.

Quali sono i vini che più l’hanno più stupito e che quindi ci consiglierebbe?

Sicuramente quello che mi ha più sorpreso è la rinascita del Cirò in Calabria, l’ascesa qualitativa di uno spumante come il Trentodoc, e la scoperta delle doc toscane a base di sangiovese meno conosciute, come Montecucco e Orcia.

*Paolo Massobrio è un critico gastronomico e sommelier. Collabora con i quotidiani La Stampa, Avvenire e Il sussidiario. Per la Guida ai Ristoranti d’Italia dell’Espresso è stato per cinque edizioni il vice del curatore Edoardo Raspelli. Potete seguirlo su clubpapillon.it

 

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