Perché l’agnello si mangia a Pasqua e come cucinarlo: due idee-ricetta
- Redazione Artigiano in Fiera
- 8 anni fa
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L’agnello è un grande classico del pranzo di Pasqua. Preparato in tante diverse ricette (a seconda delle tradizioni culinarie regionali, locali, familiari) è un po’ come la colomba, cioè praticamente immancabile sulle nostre tavole nel giorno in cui la religione cristiano-cattolica celebra la Resurrezione di Cristo. Ma perché l’agnello a Pasqua? O meglio perché si mangia a Pasqua, a cosa è legata e da dove deriva quest’usanza?
Perché l’agnello a Pasqua
Perché l’agnello a Pasqua? Per rispondere alla domanda bisogna fare un salto indietro di molto tempo. Le origini della tradizione di mangiare l’agnello a Pasqua vengono fatte risalire alla religione ebraica e precisamente alla Pesach, cioè alla Pasqua ebraica che celebra la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto. La tradizione ebraica lega l’immolazione dell’agnello alla Pesach e secondo il Vangelo canonico di Giovanni il giorno della morte di Gesù sulla Croce coincise con quello in cui veniva ritualmente sacrificato l’agnello (anche se le date della Pasqua ebraica e di quella cristiana non coincidono).
Un antico comandamento sulla Pasqua ebraica stabiliva di offrire e immolare l’agnello nel 14esimo giorno del mese ebraico di Nisan (che cade tra marzo e aprile del nostro calendario). L’immolazione dell’agnello legata alla Pesach precisamente richiama un noto episodio della Torah scritta degli ebrei (che corrisponde ai primi 5 libri dell’Antico Testamento dei cristiani). Dio annuncia a Mosé e ad Aronne l’imminente liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto e ordina a tutte le famiglie del popolo di Israele di uccidere un agnello per segnare con il sangue dell’animale usci e porte delle loro case in modo da evitare il castigo divino destinato ai primogeniti d’Egitto, la morte:
“In questa notte io passerò attraverso l’Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame (…)”.
L’agnello diventa così simbolo di sacrificio e al contempo di salvezza di un popolo che, secondo la tradizione ebraica, raggiungerà Israele passando dal Sinai guidato da Mosè a sua volta protetto dalla mano di Dio. “Pesach” deriva dal verbo pasoah e significa appunto “passare oltre, “passaggio”. Per la successiva tradizione cristiano-cattolica l’agnello pasquale rappresenta, è simbolo, di Gesù Cristo e dell’estremo sacrifico della morte sulla Croce per la salvezza dell’intera umanità. Giovanni Battista nel Nuovo Testamento definisce Gesù “l’Agnello di Dio” che si sacrifica per espiare tramite la sua morte i peccati del mondo.
Chiarito perché l’agnello a Pasqua, vediamo due ricette semplici e abbastanza veloci da realizzare.
Carré di agnello al mirto e asparagi: la ricetta
Per preparare il nostro agnello al mirto e agli asparagi, ci servono i seguenti ingredienti (per quattro-sei persone):
-un carré d’agnello da un chilo pulito
-400 grammi di cipollotti
-10/12 asparagi
-2 rametti di mirto
-farina, burro, vino bianco secco, olio extravergine, sale e pepe q.b.
Per prima a cosa tagliamo il carré in quattro parti uguali che condiremo con mirto, sale, olio e pepe prima di metterlo in forno a 190 °C per circa mezz’ora. Nel frattempo facciamo i cipollotti a fettine e li stufiamo con una noce di burro, aggiungendo il sale e un po’ d’acqua, quindi li frulliamo e aromatizziamo con qualche fogliolina di mirto. Senza dimenticarci dell’arrosto in forno, a metà cottura sfumeremo la carne con un dito di vino bianco. Dopo aver messo da parte i nostri cipollotti aromatizzati al mirto, prendiamo gli asparagi, li puliamo e dopo averli tagliati li infariniamo e friggiamo nell’olio caldo. Quando il nostro carré è cotto togliamo dal forno e condiamo con la salsa di cipollotti e gli asparagi prima di servire in tavola.
Agnello in crosta d’arancia e pepe rosa: la ricetta
Per cucinare l’agnello in crosta d’arancia e pepe rosa, sempre per quattro-sei persone, ci occorrono:
-un cosciotto di agnello
-una arancia
-mezzo spicchio d’aglio
-un cucchiaio di formaggio pecorino
-2 cucchiai di pane grattugiato
-un rametto di rosmarino
-qualche fogliolina di timo
-metà cucchiaio di pepe rosa
-sale (grosso e fino) e olio extravergine q.b.
Per la preparazione dell’agnello in crosta di arancia e pepe rosa prima di tutto incidiamo in profondità con un coltello i fianchi dell’agnello, quindi tritiamo l’aglio con un po’ di rosmarino e di sale grosso, per poi passare il trito sulle parti incise del cosciotto. Fatto questo prendiamo una teglia guarnita di carta da forno in cui verseremo un filo d’olio e il succo dell’arancia. Adagiamo il cosciotto sulla teglia e inforniamo a 180° per circa 60 minuti avendo cura di girare il cosciotto da un alto e dall’altro e aggiungendo sul fondo un po’ di brodo o di acqua calda all’occorrenza. Un quarto d’ora prima del termine della cottura condiamo il cosciotto con un trito che avremo preparato in precedenza usando il pecorino, il pane grattato, il pepe rosa, la scorza dell’arancia e delle foglioline di timo. Sforniamo e portiamo in tavola.
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