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Zuppa inglese | Glossario dell’artigianato

Zuppa inglese:

zuppa ingleseSembra inglese, ma non è. Anzi è italianissima. Stiamo parlando della zuppa inglese, uno dei dolci più amati e diffusi d’Italia, con una storia alle spalle controversa e discussa ancora oggi. Il punto su cui tutti concordano è dettato ancora una volta dall’Artusi.

Nella sua ricetta pone come centrale per la buona riuscita del dolce la realizzazione della crema pasticcera. Pellegrino Artusi annovera tra gli ingredienti latte (5 decilitri), zucchero (85 grammi), farina o, meglio, amido in polvere (40 grammi), 4 rossi d’uovo e “odore” di vaniglia.

Si lavorano insieme zucchero e rossi d’uovo, a cui si aggiunge poco per volta la farina e in ultimo il latte che viene messo a scaldare sul fuoco mescolando continuamente affinché non si formino i grumi. Una volta terminata questa operazione, si dispone sul fondo della teglia uno strato di confettura quindi savoiardi intinti nel rosolio e nell’alchermes e crema pasticcera (che va sempre inserita fredda). La variante più celebre alla versione artusiana è quella che prevede l’aggiunta della crema al cioccolato, sicuramente posteriore.

Torniamo però agli albori: assodato che la prima ricetta scritta si debba ad Artusi (“La scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” data 1891), da quando la zuppa inglese è però presente nelle cucine italiche? Almeno dal XVI secolo, secondo l’ipotesi più comune che la vorrebbe inventata dai cuochi della corte estense per omaggiare un diplomatico britannico che avrebbe richiesto ai cuochi di corte il trifle, un classico dolce inglese preparato con pasta di pane (ma anche amaretti o biscotti) imbevuto in una bevanda alcolica e coperto di crema. I cuochi ferraresi l’avrebbero trasformato utilizzando come base la brazadela, una sorta di ciambella molto diffusa a Ferrara, poi sostituita nell’arco degli anni dal pan di Spagna e in altre versione dai biscotti (fino ad arrivare ai Savoiardi dell’Artusi).  Altra sostanziale differenza l’utilizzo, invece che dello Sherry previsto nel dolce inglese, di Rosolio e Alchermes, due infusi alcolici che hanno origine medioevale (il secondo in particolare, dal caratteristico colore rosso, veniva commercializzato dagli Arabi già nel Medioevo).

Il nome di zuppa inglese si deve quindi a questa originaria ispirazione. Una seconda spiegazione, molto in voga, ne attribuisce l’invenzione a una governante inglese di stanza a Firenze che a metà Ottocento si sarebbe inventata questo dolce utilizzando i biscotti in dispensa. La zuppa inglese sarebbe quindi un piatto di recupero creato originariamente per ingentilire biscotti dimenticati (e, immaginiamo, leggermente passati ) con un vino dolce e soprattutto con la crema pasticcera.

Abbinamenti con il vino

Per quanto riguarda gli abbinamenti con il vino questo dolce al cucchiaio si sposa alla perfezione con un vino liquoroso come il Porto, un Vin Santo o il Marsala. Gli amanti del vino bianco invece possono optare per un Moscato oppure un Sauvignon. Infine, gli amanti delle bollicine, hanno l’imbarazzo della scelta tra un Franciacorta oppure un Prosecco.

foto | Flickr

 

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