Alle radici dell’artigianato umbro
- Redazione Artigiano in Fiera
- 10 anni fa
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L’Umbria è una delle regioni italiane più affascinanti e ricche di storia e di tradizioni. Un’atmosfera che è rimasta ancora pressoché intatta e che si può toccare con mano passeggiando tra le centinaia di botteghe artigiane che ancora oggi sono presenti nelle città e nei paesi di tutto il territorio.
Conoscere l’Umbria
L’Umbria è l’unica regione d’Italia non situata ai confini politici o marittimi. Da sempre è stata un importante centro di insediamenti, che l’hanno resa un territorio ricco di storia e di tradizioni. Ad esempio sono state trovate testimonianze relative alla presenza di uomini nel corso dell’epoca protostorica. I resti sono conservati al Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria di Orvieto. La stessa Umbria fu anche una regione centrale dell’Impero romano e, più “recentemente” dello Stato Pontificio, sotto cui rimase fino alla fine del XVIII secolo.
Indubbiamente sono due gli uomini che ha reso particolarmente famosa questa Regione nel mondo: San Benedetto da Norcia, patrono di Europa, e San Francesco di Assisi. Le opere di entrambi hanno reso l’Umbria uno dei più importanti centri storici di cultura dell’intera Europa.
L’artigianato umbro
La presenza degli ordini di monaci benedettini e francescani hanno dato un grande fervore artistico a questa regione, che ha visto arrivare da ogni parte di Italia decine di artisti che hanno lavorato a opere che ancora oggi rendono l’Umbria una regione speciale. La presenza di personalità del calibro di Raffaello, Piero della Francesca, Beato Angelico hanno fatto scuola e, con il loro lavoro, hanno certamente influenzato le capacità artistiche e produttive degli umbri, che anche oggi come centinaia di anni fa danno vita a oggetti e opere di artigianato di qualità eccezionali.
L’artigianato umbro già nel Medioevo era uno dei perni su cui si fondava l’economia, tanto che era tutelato con grande attenzione da parte dell’istituzione di Arti e Corporazioni.
Anche oggi l’Umbria è un importante centro di produzione di prodotti artigianali: nelle città, nei paesi e nei borghi sparsi su tutto il territorio è ancora possibile trovare decine di botteghe e laboratori. In particolare, vicino a chiese e castelli, se ne possono apprezzare alcune dalle origini che si perdono nel tempo (e che, in alcuni casi, operano ancora).
Ma quali sono le produzioni artigianali tipiche di queste zone? Sicuramente la grande presenza di legno – l’Umbria è situata nel cuore dell’Appennino centrale – ha favorito lo sviluppo di produzioni legate all’intaglio, alla scultura e al mobile di qualità. Hanno un’origine storica anche le lavorazioni della ceramica, in particolare a Deruta, e della tessitura. In decine di botteghe, per non disperdere il patrimonio artistico e per ottenere prodotti di una qualità superiore, vengono utilizzati ancora antichi telai di legno per la tessitura manuale, rispettando le lavorazioni tradizionali in termini di tecniche, di colore e di disegno.
Città di Castello
Una delle mete da non perdere è certamente Città di Castello, nel nord dell’Umbria, in provincia di Perugia. Il primo insediamento è antichissimo, e si colloca nel III secolo a.C. Dopo varie traversie, compresa la sua distruzione nel VI secolo, nella prima metà del 1.200 prese il nome di Civitas Castelli (appunto, Città di Castello).
La città è stata un crocevia di artisti, artigiani e personalità di tutte le epoche, ed è per questo che la sua produzione – artistica e non – ha sempre avuto un occhio di riguardo alla tradizione e all’innovazione. Recentemente la città ha avuto un significativo mutamento del tessuto economico, tanto che c’è stata una decisa specializzazione sul settore grafico, del packaging ma soprattutto del mobile, che forse è la perfetta sintesi del connubio tra l’artigianato umbro classico e l’attuale.
Ma non ci sono solo i mobili: sono tante le nicchie che trovano spazio in questo luogo affascinante. E’ il caso della Tipografia Grifani Donati, una tipografia storica che – utilizzando macchinari d’epoca, che risalgono al XIX secolo – produce litografie e calcografie di altissimo livello, destinate in particolar modo ad artisti. Ma non solo: per coniugare una lavorazione storica con le nuove tendenze del mercato, l’obiettivo di questa azienda artigianale è di applicare le stesse metodologie a prodotti di “uso comune”, come borse di tela e capi d’abbigliamento in generale.
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Un altro caso particolare di eccellenza è quello della Bottega Artigiana Tifernate: è una delle poche aziende al mondo che riproducono alla perfezione opere d’arte come quadri o affreschi. I loro clienti sono i musei più famosi: il Louvre, i Musei Vaticani, gli Uffizi di Firenze, il MET di New York, il British Museum. Quando un quadro è in fase di restauro, infatti, tutti i principali musei nel mondo sono soliti esporre delle riproduzioni, perfettamente identiche agli originali. Per aprirsi nuove fette di mercato, la Bottega ha sviluppato una serie di riproduzioni economiche, destinate al grande pubblico.
Le ceramiche di Deruta
Nel contesto dell’artigianato umbro, l’arte della ceramica ha origini remote: fin dall’epoca degli Etruschi si usava produrre oggetti con una tecnica che venne tramandata fino al medioevo, per poi essere perfezionata. Nel Rinascimento ci fu il momento del massimo splendore: i nobili da tutta Italia commissionavano alle botteghe artigiane umbre i piatti “da pompa”, da utilizzare nelle occasioni più importanti, i piatti “a quartieri”, con il bordo decorato, e altri oggetti disegnati ad arte con tecniche ispirate agli affreschi. Non è un caso infatti che questo tipo di produzione si sia sviluppata e perfezionata nello stesso territorio che ha dato i natali al Perugino e al Pinturicchio.
Tutte le testimonianze relative alla storicità di questa disciplina sono esposte al Museo Regionale della Ceramica, che è presente all’interno dell’Ex Convento di San Francesco. Il fascino di queste lavorazioni attira ogni anno migliaia di visitatori, per un’arte famosa da sempre in tutto il mondo.
Ancora oggi Deruta è un polo di produzione di oggetti artigianali in ceramica, anche se devono fronteggiare la concorrenza spietata da parte di realtà che realizzano prodotti a basso costo – e conseguentemente di qualità molto minore – per il grande pubblico.
In ogni caso, da molti anni nel centro storico di Deruta la Scuola d’Arte Ceramica continua a formare i suoi allievi alle diverse discipline creative, perfezionando le tecniche di produzione, con numerosi corsi dedicati alla decorazione, alla foggiatura, al restauro, al Raku.
Le lavorazioni dei tessuti
Ma non solo ceramica: anche la lavorazione dei tessuti è una specialità storica dell’artigianato umbro. Fin dal XII secolo si pratica sulla maggior parte del territorio. Una tradizione che ha dato vita a manifatture famose, come la “Tovaglia perugina”, tipicamente tessuta in lino bianco con fasce blu. Un prodotto talmente storico e famoso che si può ritrovare anche in alcuni dipinti duecenteschi.
Oggi la tessitura artigianale umbra cerca di mantenere i modelli medievali e rinascimentali, attraverso il lavoro manuale con antichissimi telai di legno.
Ne è un esempio Tela Umbra, un laboratorio che nasce ai primi del novecento dal volere della Baronessa Hallgarten. La nobildonna aveva una visione umanistica della realtà, riguardante soprattutto il miglioramento delle condizioni delle donne all’interno della società: ella credeva che la dignità della persona dovesse passare attraverso una maggiore istruzione e il lavoro manuale. Per questo motivo, insieme alla professoressa Maria Montessori diede vita a due scuole rurali dai metodi di avanguardia, che contribuissero a migliorare il livello di istruzione, in particolar modo dei figli dei coloni della zona dell’Altotevere. Contemporaneamente diede inizio all’attività di Tela Umbra, dando lavoro a tutte quelle donne che già tessevano tra le mura familiari.
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Oggi, dopo anni di abbandono, il laboratorio è stato pienamente recuperato e riportato alla vita, riaprendo un punto vendita a Città di Castello. La lavorazione storica viene rispettata molto scrupolosamente, utilizzando ancora telai con carrucole e pettini in legno. Il risultato di questo lavoro è un prodotto dalla qualità eccezionale, assolutamente non paragonabile a un omologo industriale. Il lino di Fiandra e d’Irlanda vengono ormai apprezzati da una clientela sempre più ampia e “popolare”.
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