Dentro il prodotto: il sapone di Aleppo (video)
- Redazione Artigiano in Fiera
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Il sapone di Aleppo è un prodotto antichissimo: possiamo trovarne le prime notizie addirittura nella Bibbia. Il suo nome, ovviamente, deriva dalla città di Aleppo in Siria, il luogo dove si è sviluppata la tradizionale ricetta che è arrivata fino ai giorni nostri.
Gli artigiani che lavorano il sapone di Aleppo utilizzano ancora la vecchia ricetta, costituita da pochissimi ingredienti, tutti naturali (di origine vegetale): olio d’oliva, soda, olio di alloro e acqua). Proprio per l’assenza di elementi chimici, il sapone di Aleppo è un prodotto unico, decantato da tutto il mondo per le sue qualità e per essere un prodotto puro e biologico al 100%, anallergico e rispettoso dell’epidermide.
La storia del sapone di Aleppo
Un prodotto con più di 2000 anni di storia, ma che conserva ancora la ricetta tradizionale. Originario della Siria, come dice il suo nome, il sapone di Aleppo è apprezzato dall’uomo fin dai tempi di Babilonia. La zona di origine non è casuale: la presenza di numerosi uliveti ha certamente contribuito a fare sorgere l’idea di potere fare un prodotto di questo tipo. Un prodotto che nei primi tempi veniva apprezzato soprattutto da ricchi e opulenti califfi, per le sue proprietà e il profumo intenso ma allo stesso tempo delicato.
La sua diffusione nel mondo occidentale iniziò intorno all’anno 800 d.C., sull’onda della dominazione araba di alcune zone dell’Europa Mediterranea e proseguì anche nel periodo delle crociate.
Il luogo dove prese piede in modo particolare questo prodotto fu Marsiglia, dove iniziarono a produrre un tipo particolare di sapone di Aleppo, creato utilizzando solamente l’olio di oliva. Questa fu l’origine di quello che ancora oggi noi chiamiamo Sapone di Marsiglia.
Come si produce il sapone di Aleppo
La lavorazione solitamente inizia a novembre, esattamente dopo la raccolta delle olive. Tradizionalmente l’olio veniva messo in un paiolo e cotto a fuoco molto lento per diversi giorni, aggiungendo la soda che viene estratta dal sale marino.
Alla fine della cottura si ottiene una specie di pasta molle, che viene arricchita con un olio di alloro per aumentarne l’aroma.
La quantità di olio di alloro che viene aggiunta (misurata in percentuale) determina anche la pregiatezza del sapone. Generalmente è una percentuale che va dal 5% al 50%.
La pasta viene letteralmente “colata” su un pavimento piano e lavorata con strumenti spartani per creare una superficie perfettamente liscia, da cui poi (una volta raffreddata) verranno tagliate manualmente le saponette e applicato il simbolo del produttore.
Una volta create, le saponette vengono messe a seccare naturalmente per periodi di tempo varibili (almeno 6-9 mesi). Anche in questo caso, la pregiatezza del sapone è variabile: maggiore è il periodo di stagionatura e più alta sarà la qualità. In alcuni souk di Aleppo è possibile scovare delle saponette lasciate maturare per più di sei anni!
La lavorazione e l’aspetto di questo prodotto sono rimasti immutati nel tempo: attualmente gli artigiani siriani utilizzano gli stessi metodi. Al massimo, la fase di cottura dell’olio può essere fatta sfruttando nuovi strumenti meccanici che possono aiutare e velocizzare tutto il processo.
Alcuni artigiani siriani si sono ingegnati per massimizzare il più possibile le varie fasi di lavorazione: ad esempio creando particolari strumenti per tagliare le saponette con varie lame attaccate sopra, che vengono usate come una sorta di “aratro” trainato a mano dagli stessi artigiani direttamente dalla superficie del mega-sapone, grazie all’ausilio anche di particolari “scarpe” che intanto aiutano a mantenere liscia la superficie del prodotto.
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