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Pane di San Gerardo: tutto il gusto della forneria brianzola 

pane di san gerardoTra i prodotti più tipici della forneria lombarda, e in particolar modo brianzola, spiccano il pane e i biscotti di San Gerardo. Discendenti due antiche ricette, collegate al nome del compatrono di Monza San Gerardo dei Tintori, si tratta rispettivamente di un tipo di pane dolce e di squisiti biscotti secchi.

San Gerardo de’ Tintori 

Gerardo dei Tintori o Tintore, nato a Monza tra il 1134 e il 1140 e ivi morto nel 1207, è ricordato soprattutto per aver fondato con i beni ricevuti in eredità dall’agiata famiglia un ospedale per i poveri della città. Il nosocomio venne creato nel 1174 secondo i documenti di Comune e Chiesa e proseguì la sua attività per secoli: solo gli austriaci nel 1700 lo accorparono ad altre strutture sanitarie.

La sede originale dell’ospedale era sulla riva sinistra del fiume Lambro, proprio dove oggi si trova il ponte di San Gerardino e la chiesetta di San Gerardo.

Il pane di San Gerardo tra storia e leggenda 

Fatto con ingredienti semplici come zucchero, miele e frutta, con l’aggiunta di uva sultanina, mandorle e castagne candite, il pane di San Gerardo ha un’origine che viene fatta risalire tradizionalmente al miracolo più famoso del Santo patrono di Monza (insieme a San Giovanni Battista): l’attraversamento del fiume Lambro, nel 1177, per bloccarne la piena. 

La storia narra che San Gerardo stava pregando in Duomo quando l’improvvisa piena del Lambro distrusse il ponte che collegava l’ospedale alla città: San Gerardo allora stese il suo mantello sull’acqua raggiungendo l’ospedale, che si affacciava sul fiume, ordinando alle acque di non entrare nelle stanze dei malati. I monzesi salvati piena del fiume vollero ringraziare San Gerardo realizzando questo pane dolce e dandogli il suo nome.

I biscotti di San Gerardo sono invece dei dolcetti secchi a lunga conservazione, perché fatti senz’uovo. In epoca medievale venivano benedetti ai comaschi che andavano a Monza in pellegrinaggio alle reliquie del santo e quindi appesi alle finestre delle loro abitazioni in segno di devozione.


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