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Tutti pazzi per la poké salad hawaiana: cos’è e come prepararla

Come si fa la poké salad

C’è un piatto che da appena un paio d’anni sta spopolando in Italia ed è ben lontano dalla nostra tradizione culinaria: si chiama poké salad (o solo poke, ma si pronuncia “poh-kay”) ed è un’insalata a base di pesce crudo tagliato a cubetti (il termine “poke” indica proprio il taglio del pesce e significa letteralmente “tagliare a pezzi”) e condita con diversi ingredienti, alcuni dei quali esotici. La sua origine è nella Hawaii, ma è diventata una pietanza molto amata dagli italiani, tanto da essere la più ordinata attraverso le app di consegna di cibo a domicilio: a Milano è Firenze è la preferita in assoluto, mentre a Roma e Napoli è nelle prime posizioni della classifica, anche se non può competere con la pizza.

Il poke è una sorta di sushi ma molto più ricco ed è anche molto versatile, tanto che in alcuni locali ogni cliente può comporlo come preferisce, scegliendo gli ingredienti della poke bowl, ossia la ciotola di insalata. E, poiché si mangia a temperatura ambiente, si può portare via e gustare in ufficio. È un piatto particolarmente adatto a pranzo quando si lavora fuori casa perché ha tutto ciò che serve: le proteine del pesce, i carboidrati costituiti dal riso, le fibre grazie alle verdure che assicurano anche il giusto apporto di vitamine e sali minerali. Inoltre, poiché gli ortaggi e il riso sono bolliti, è molto leggero e facile da digerire, quindi non appesantisce chi deve trascorrere ancora qualche ora seduto a una scrivania. È un piatto salutare ed equilibrato e ovviamente è molto gustoso.

Poké salad hawaiana: come si fa

I semi di sesamo indispensabili in poke salad
I semi di sesamo sono un ingrediente indispensabile nella poké salad

La poké salad si può preparare a casa? La risposta è “sì”, ma bisogna fare molta attenzione al pesce, che deve essere abbattuto e congelato in freezer per 96 ore a -18°C. Questo è un passaggio fondamentale, perché anche se il pesce deve essere lasciato a macerare, purtroppo i batteri resistono alla marinatura e possono essere eliminati soltanto con la cottura. Quindi dedicatevi alla preparazione del poke soltanto se avete la possibilità di abbattere il pesce in tutta sicurezza.

Si possono usare diversi tipi di pesce, a proprio piacimento. I più usati sono il salmone, il tonno e il polpo. Qualunque pesce si scelga deve essere tagliato a cubetti e lasciato macerare in olio di sesamo, salsa di soia ed erba cipollina. Tra gli ingredienti indispensabili troviamo i semi di sesamo, che non possono mai mancare, invece gli altri sono a scelta.

Per esempio si possono aggiungere carote, peperoncini tagliati a rondelle, gambi di cipollato tritati, avocado (consigliatissimo), altri tipi di verdure come cetrioli o ravanelli oppure frutta fresca. Tra i frutti suggeriti c’è il mango, perché è quello che lega meglio con gli altri ingredienti. La parte più nutriente di questo piatto è rappresentata, oltre che dal pesce, anche dal riso, che può però anche essere sostituito da fagioli di soia sbollentati o cotti a vapore, ma questi due ingredienti si possono anche usare insieme a seconda dei gusti.

Altri ingredienti facoltativi sono sale delle Hawaii, alghe wakame, zenzero, daikon, aglio, cipolla rossa (deliziosa quella di Tropea per un tocco tutto italiano), bacche di goji, menta fresca, pomodorini, succo di lime, tobiko, jalapeño fresco, noci di macadamia tostate. Se proprio non vi piace il pesce, ma volete provare questo piatto, potete sostituire il pesce crudo con del petto di pollo cotto, tagliato a cubetti, ma ovviamente è una versione estremamente diversa dall’originale. E c’è anche il poke vegano, chiaramente senza pesce o carne.

Il poke si può accompagnare con cocktail a base di frutta. Dal punto di vista calorico è un piatto che si può definire ipocalorico, visti gli ingredienti, ma dà un grande senso di sazietà e dunque è consigliato a chi è a dieta.

 

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