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Semi di coriandolo, usi e proprietà

semi di coriandolo

Il coriandolo (o cilantro) è una pianta molto usata nella cucina orientale, e negli ultimi anni il suo utilizzo è stato riscoperto anche dalla nostra gastronomia. Uno dei nomi con cui è conosciuto è prezzemolo cinese proprio per la somiglianza tra il coriandolo e il prezzemolo, ed è vero che entrambe le piante appartengono alla stessa famiglia, insieme ad aneto, cumino e finocchio. L’origine vera invece non è cinese, ma dell’area mediterranea: ‘cinese’ è un aggettivo accostato soltanto per indicare l’uso prevalente asiatico anche se, per dovere di cronaca, il coriandolo si usa molto anche nella cucina sudamericana.

Semi di coriandolo, proprietà

Questa pianta, ricca di fibre, oli essenziali, antiossidanti, vitamine e sali minerali soprattutto nei suoi semi è famosa principalmente per le sue proprietà depurative e digestive: aiuta il fegato a ripulirsi e a rigenerarsi, e lo stomaco e l’intestino in caso di dolori, gonfiore, coliti e colon irritabile, e quando la digestione è più difficile. Sotto forma di olio può essere usato per i problemi di pelle (eczemi, psoriasi) e la candida, inoltre è di aiuto nelle diete ipocaloriche perché migliora il metabolismo dei carboidrati. Infine, visto che ha anche proprietà rilassanti, può essere usato come rimedio per il mal di testa e l’ansia, assunto il più delle volte sotto forma di infuso: per prepararlo basterà lasciare in infusione per almeno 5 minuti un cucchiaino di semi di coriandolo per ogni tazza d’acqua.

Coriandolo, controindicazioni

Se assunto in dosi massicce, il coriandolo può provocare problemi a reni e apparato digerente, per cui è bene non farne un uso eccessivo. E’ da evitare anche in caso ci sia sensibilità alle allergie.

Ricette con semi di coriandolo

In Italia il coriandolo, che si utilizza tutto (quindi pianta, ma anche semi) viene usato per aromatizzare insaccati e salumi, per la carne e il pesce, per i legumi e le minestre, ed è anche uno degli ingredienti di alcuni liquori e distillati (ad esempio il gin). In India si trova all’interno del curry e del garam masala, usati per preparare piatti di carne, ed una delle spezie da usare per cucinare la fajita, famoso piatto tex-mex.

Che sia di pollo o di manzo non importa, per ottenere un piatto da leccarsi i baffi l’importante è far marinare la carne per un paio d’ore almeno (può rimanere nella marinatura anche tutta la notte): dopo averla tagliata a striscioline va messa in una ciotola, ricoperta con della birra a cui devono essere aggiunti il coriandolo in polvere o tritato, succo di lime, olio extravergine di oliva e prezzemolo. Trascorso il tempo necessario si può procedere con la cottura della carne – accuratamente scolata – insieme a cipolla, peperoni e salsa Worchestershire. Una volta cotta la fajita deve essere servita con le tradizionali tortillas, insieme a panna acida, guacamole, formaggio e fagioli neri.

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