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Meno carnivori e vegetariani attenti alla dieta

meno carne

Gli italiani consumano meno carne, ma la vogliono più buona. La notizia è stata diffusa da Coldiretti in occasione del Bistecca Day del 15 giugno e fotografa una tendenza in atto nel nostro Paese. Ci sono infatti due dati contrastanti da tenere sott’occhio: da una parte, secondo i dati Ismea, la spesa per la carne è salita del 5%; dall’altro lato continuano a scendere i consumi e oggi mediamente un italiano mangia 79 chili di carne (contro i 108 di un danese o gli oltre 200 di un americano).

L’italiano però predilige la qualità: il 45% degli italiani predilige carni di origine nazionale, il 29% addirittura locali e il 20% vuole il bollino di qualità. Dati che si possono ben integrare con un altro sondaggio – anche questo di inizio giugno – sull’alimentazione senza carne (insomma, l’altra metà del cielo dei consumatori). Dall’indagine Eurispes 2018 emerge un aumento dei vegetariani giunti al 7% della popolazione e una diminuzione dei vegani che si attestano allo 0,9%.

Due sondaggi distanti tra loro, ma che indicano una direzione: si mangia meno carne, ma migliore e contemporaneamente cresce l’attenzione al mondo dei vegetariani come alternativa non rigida, ma flessibile di modello alimentare (un modello alimentare che ricordiamo è anche alla base della dieta mediterranea dove il 90% degli alimenti è costituito proprio da verdura, frutta e cereali).

Data la tendenza in atto esperti dell’Osservatorio Grana Padano (OGP) hanno indagato le abitudini alimentari di 5.223 maggiorenni maschi e femmine chiedendo loro quali alimenti hanno consumato nell’ultimo anno. I ricercatori hanno utilizzato uno specifico software, disponibile online, che calcola le quantità di macro e micronutrienti assunti dagli alimenti abitualmente consumati.

Agli intervistati non è stato chiesto se appartengono alla categoria dei vegetariani o vegani o onnivori, ma quanto e cosa hanno mangiato, per valutare le quantità e qualità dei nutrienti assunti, per determinare eventuali deficit nutrizionali. Il risultato più importante è come nel mondo vegetariano si sia attestata una conoscenza nutrizionale tale da non rischiare squilibri nutrizionali.

Sia i soggetti che non consumano carne bianca che quelli che non consumano carne rossa, assumono mediamente 69g di proteine 3,5μg di B12 e 13g di ferro, quindi nella norma. Nel campione analizzato di 78 soggetti (53 femmine e 25 maschi) che non mangiano nessun tipo di carne: rossa, bianca, affettati, insaccati e prodotti ittici, queste persone mediamente assumono 64 g di proteine, 2,9μg di B12 e 13,7mg di ferro, valori anch’essi nella norma.

“In relazione a questo campione dell’indagine dell’Osservatorio Grana Padano – ha commentato la Dott.ssa Michela Barichella, medico nutrizionista, Presidente di Brain and Malnutrition Association Onlus e membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Grana Padano – si può affermare che anche seguendo una dieta esclusivamente latto-ovo-vegetariana non si corre il rischio di carenze dei 3 importanti nutrienti presi in considerazione, tranne che un’inferiore introito medio di ferro, di circa 4mg, nelle femmine in età fertile”.

Gli esperti OGP commentano che la ragione della copertura dei fabbisogni in chi non mangia carne di nessun tipo è dovuta all’assunzione di latte, yogurt e formaggi ricchi di B12 e proteine ad alto valore biologico, così come nelle uova il cui tuorlo è ricco di ferro biodisponibile. La grande abbuffata di carne sembra definitivamente tramontata, a favore di una qualità nella scelta e di una dieta dove la componente vegetale e di latticini acquista sempre maggiore importanza.

 

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