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I tipi di curry: ingredienti, abbinamenti e benefici

curry

Quanti sono i tipi di curry in commercio? E’ una domanda a cui è difficile rispondere in maniera esaustiva, innanzitutto perché l’accezione di “curry” non è univoca in tutto il mondo. In certi contesti può descrivere interi piatti (in particolare zuppe) della cucina dell’Asia sudorientale, in altri, come in Italia, definisce una miscela di spezie di provenienza indiana: siccome siamo in Italia, qui parleremo di curry secondo quest’ultima accezione.

In India, patria delle spezie, quello che noi chiamiamo curry è denominato masala, mentre l’accezione occidentale deriva dal termine kari che in lingua Tamil significa “sugo”.

Tipi di curry: quali sono i più diffusi?

Il Paese del mondo che più di ogni altro è identificato con il curry è certamente l’India, luogo d’origine di questo mix di spezie che, dall’epoca coloniale inglese in poi, si è diffuso in Europa, Americhe e Giappone. Le spezie usate per preparare la miscela variano da luogo a luogo, ma generalmente si tratta di cumino, curcuma, chiodo di garofano, fieno greco, pepe nero, limone, paprika, zenzero, coriandolo, peperoncino.

Cumino e curcuma sono le due spezie-base, non in alternativa, bensì in virtù della preponderanza dell’uno o dell’altra.

  • India: Malabar (a base di curcuma, con senape e finocchio), Madras (a base di curcuma, con chiodi di garofano e coriandolo), curry del Bengala (con base di cumino), Goa (di solito composto da semi interi da macinare a mano)
  • Mauricius: curry con liquirizia, che gli dona un particolare retrogusto
  • Thailandia: curry rosso (tipico di Bankok, ricco di peperoncino) e curry verde (a base di aneto e porro)
  • Java: curry al limone
  • Gran Bretagna/India: curry divenuto “classico”, il più diffuso dalle nostre parti.

Tipi di curry: gli abbinamenti con il cibo

Ogni spezia prevalente nella versione di curry prescelta si sposa meglio con determinati cibi. Per esempio il Java, con base di limone, funziona bene con le carni bianche e con il pesce, il curry verde si abbina alle verdure e in generale ai piatti vegetariani, il curry rosso è ottimo per marinature insieme al latte di cocco.

I curry indiani accompagnano proprio tutti i cibi: carni, pesci, vegetali… e anche i dolci, essendo piuttosto diffuse le ricette per biscotti al curry o addirittura per torte al cioccolato e curry.

Tipi di curry: i benefici per l’organismo

Innanzitutto il curry è un condimento dietetico, un’alternativa al sale, in particolare. Poi, uno degli ingredienti base è la curcuma, antiossidante e antinfiammatorio naturale riconosciuto a livello scientifico. Altri ingredienti secondari, come lo zenzero e il pepe nero, potenziano gli effetti positivi della curcuma.

Negli ultimi anni sono stati effettuati studi clinici che dimostrerebbero come le sostanze contenute nel curry, in particolare il polifenolo curcumino, agiscano in funzione antitumorale, addirittura rendendo più aggredibili dalle terapie farmacologiche alcuni tipi di cellule cancerose. Il curcumino contrasta anche l’invecchiamento delle cellule nervose, risultando un buon alleato contro le malattie degenerative del cervello.

Per godere dei benefici della curcuma (e delle altre spezie contenute nel curry) la si deve integrare nella dieta quotidiana: ne bastano uno o due cucchiaini al giorno. Si può aggiungere alla fine della cottura di qualunque pietanza – tipiche quelle a base di riso o pollo – ma anche consumare insieme allo yogurt, oppure la si può usare per preparare una salsa gustosa.

 

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