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Cornoletame: il segreto dell’agricoltura biodinamica

Cornoletame agricoltura biodinamica

Le preparazioni hanno una grande importanza nell’agricoltura biodinamica, ossia la pseudoscienza che si basa sulla ricerca costante di un maggiore equilibrio tra coltivazioni ed ecosistema terrestre e che include anche alcune tecniche dell’agricoltura biologica ma, rispetto a quest’ultima, ha anche un lato “filosofico” e dà importanza alle forze cosmiche e all’energia vitale. Il cornoletame, che è noto anche come “preparato 500”, è una delle preparazioni più note e diffuse dell’agricoltura biodinamica che si basa sulla visione spirituale antropologica del mondo elaborata da Rudolf Steiner, filosofo ed esoterista austriaco vissuto tra il 1861 e il 1925. Ed è stato proprio lo stesso Steiner, nella sua quarta lezione, a descrivere perché usare proprio i corni di vacche che abbiano partorito almeno una volta:

“La vacca ha le corna al fine di inviare dentro di sé le forze formative eterico-astrali, che, premendo verso l’interno, hanno lo scopo di penetrare direttamente nell’organo digestivo. Proprio attraverso la radiazione che proviene da corna e zoccoli si sviluppa molto lavoro all’interno dell’organo digestivo stesso. […] Così nelle corna abbiamo qualcosa di ben adattato, per sua natura, a irradiare le proprietà vitali e astrali nella vita interiore. Nel corno avete qualcosa che irradia vita – anzi irradia anche astralità”

Come si prepara e a che cosa serve il cornoletame

I corni devono essere riempiti da letame di vacca e poi sotterrati per tutta la stagione fredda, ossia per circa sei mesi. In questo modo il composto fermenterà ed entro Pasqua si sarà trasformato in humus, avrà perso il cattivo odore del letame e avrà assunto un profumo di sottobosco. A questo punto, il corno-letame si può utilizzare per fare in modo che la resa produttiva del terreno aumenti. Basta dinamizzarlo, ossia miscelarlo e diluirlo con l’acqua e distribuirlo sul terreno, spruzzandolo.

Si chiama anche “preparato 500” perché è così è stato ribattezzato circa tre anni dopo la morte di Steiner, nel 1928, aggiungendo cioè il numero che indica la particella sperimentale che lo contraddistingue. La convinzione di Steiner era che le forze che penetrano nell’organo digestivo delle vacche attraverso il corno, influenza la composizione del letame e quando questo viene restituito all’ambiente di arricchisce di forze spirituali che rendono più fertile il terreno e dunque ha un effetto positivo sulla crescita delle colture, dalla semina fino alla raccolta.

Ci sono due formulazioni di cornoletame:
classico: si usano 200-300 grammi per ettaro e ha una funzione rivitalizzante;
compostato: detto 500k o 500p, è preparato con dosi dimezzate e poi ricompostato con i preparati da cumulo. Consente di creare una sostanza umica che potenzia la trasformazione della sostanza organica.

Grazie all’incremento della concentrazione di humus che si ha con il cornoletame, viene potenziata l’attività microbica del terreno e così vengono migliorate la sua struttura e il suo ph. In questo modo il suolo sarà più resistente alla siccità e offrirà le migliori condizioni allo sviluppo delle piante e delle loro radici.

Il corno riempito di letame deve essere interrato a circa 80 cm di profondità in una zona fertile e ben esposta. Se piove è consigliato proteggerlo con un telo biodegradabile. Dopo circa sei mesi, il volume del letame sarà notevolmente ridotto e non avrà più odore di stallatico. Si può conservare in una cassa di rame messa dentro un’altra più grande di legno massello e si può coibentare con torba asciutta, circa 10 cm per lato, purché non venga mai a contatto con il cornoletame. I contenitori vanno messi in un luogo asciutto, buio e ben areato.

 

La dinamizzazione e l’utilizzo sui campi

La dinamizzazione del cornoletame va fatta di pomeriggio, usando acqua preferibilmente piovana, ma non ristagnante, a una temperatura di 30-40°C. Questa operazione va fatta di pomeriggio e prevede di mescolare una piccola quantità di compito con una grande quantità di acqua, in proporzione servono 60 litri di acqua per 250 gr di composto. Per circa un’ora bisogna alternare miscelazioni energiche, prima in una direzione e poi in quella opposta, creando profondi vortici. Lo si può fare a mano o usando un bastone.

Il preparato va usato in grosse e rade gocce su terreni umidi, non lavorati e sottoposti a rotazione, all’inizio del ciclo vegetativo, prima della semina, dopo lo sfalcio, in modo da bagnare le sementi e le radici prima dei trapianti. Il cornoletame non è una concimazione organica completa, ma è ad essa complementare e serve a rivitalizzare il terreno.

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