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Distretto tessile | Glossario dell’artigianato

Distretto tessile:

Per distretto tessile si intende un polo produttivo incentrato su filati e tessuti, composto da un gruppo di industrie. In generale si tratta di aziende di piccole e medie dimensioni tutte indipendenti, ubicate in un’area geografica circoscritta e storicamente legate dalla medesima finalità produttiva. Insieme creano una rete economica e sociale attiva, che mette a disposizione competenze e che collabora con realtà locali, sia private che pubbliche. I vantaggi di questi poli industriali sono molteplici: la cooperazione tra aziende permette maggiore flessibilità ed efficienza rispetto alle domande del mercato, crea indotto e garantisce un elevato standard di qualità, sia in termini di figure professionali che di prodotto.

Ogni azienda, infatti, forte della collaborazione del distretto a cui appartiene, può specializzarsi in un determinata attività: filatura, orditura, tessitura, tintoria e rifinizione o finissaggio. In questo modo si crea un alto grado di competenze e si differenzia la produzione, elementi indispensabili per fronteggiare crisi economiche e le variabili leggi di mercato. La competitività fine a se stessa si riduce in modo esponenziale per lasciare spazio ad una cooperazione proficua per tutti. Nei distretti tessili vengono creati ogni anno migliaia di nuovi filati, disegni tessili e tessuti.

Sebbene non sia un’esclusiva italiana, in Italia esistono molti esempi di distretti tessile, che per tradizione, cultura e territorialità tramandano produzioni artigianali specializzate riconosciute in tutto il mondo. È il cosiddeto made in Italy, nato negli anni ’50 e oggi esportato in tutto il mondo. Tradizione, dunque, ma anche innovazione: i poli italiani dell’industria tessile sono all’avanguardia per quel che riguarda nuove tecnologie, nuovi filati e processi produttivi. Tra i distretti tessili più conosciuti ci sono quello di Prato, uno dei più grandi in Europa, quello lombardo formato dal distretto lecchese e della Val Seriana, il distretto della Sicilia Orientale, il polo piemontese di Chieri, quello di Carpi, in Emilia Romagna, e i distretti campani di Sant’Agata dei Goti, San Marco dei Cavoti e di San Giuseppe Vesuviano.

 

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