Guanto | Glossario dell’artigianato

Redazione Artigiano in Fiera
7 anni fa
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1 min

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Guanto:

per guanto si intende un accessorio d’abbigliamento da uomo e da donna che ha la forma anatomica della mano, realizzato in vari tessuti e materiali a seconda dell’uso che se ne deve fare. Il guanto, termine che deriva dal francese antico guant, riveste la mano per proteggerla, ripararla dal freddo, per esigenze igieniche, di lavoro, per praticare varie attività sportive. Il luogo dove si producono i guanti è detto guanteria, termine talvolta esteso anche ai negozi che vendono l’accessorio.

Un paio di guanti classico ricopre la mano fino al polso separando il pollice e ogni dito dall’altro, ma esistono anche tipi di guanti, chiamati moffole, in cui solo il pollice viene separato dalle altre dita. Senza dubbio i guanti sono anche un accessorio di moda e di alta moda che completa lo stile di chi li indossa.

Tipi di guanti

Il guanto è un accessorio d’abbigliamento che può essere pratico ed economico ma anche molto pregiato, elegante e costoso: si pensi a un paio di guanti in seta o in pelle di renna, daino, gazzella finemente lavorati. C’è poi l’ampia categoria dei guanti professionali (in gomma, plastica, altri materiali naturali o sintetici) che servono a proteggere le mani dagli effetti di lavorazioni potenzialmente nocive, ad esempio nell’industria chimica. In passato nelle fonderie e nelle vetrerie si usavano guanti di amianto.

Per quanti riguarda i tipi di guanti usati nello sport, i più famosi sono forse i guanti da boxe (guantoni) imbottiti così come lo sono, con una consistenza decisamente minore, quelli da sci che esternamente sono di solito in nylon o in altri materiali simili, isolanti e impermeabili. Ci sono poi i molto più fini guanti da scherma (come quelli per il fioretto, in pelle scamosciata e senza imbottitura) e quelli molto più grossolani da hockey sul ghiaccio che arrivano fino al gomito, ricordando un po’ quelli degli antichi cavalieri che arrivavano all’avambraccio.

Cenni storici sul guanto e simbologia

La storia del guanto, inteso come accessorio per la protezione e di ornamento delle mani, è molto antica se si fa riferimento ai primissimi esemplari ritrovati nelle tombe degli egizi. Dai semplici sacchetti che venivano legati ai polsi, si passò con il tempo a separare prima il pollice e quindi le altre dita. Gli antichi romani avevano due tipi di guanti: digitalia (solo per le dita) e manicae (guanti interi).

Di uso comune presso le popolazioni barbariche, fu proprio grazie ai barbari che i guanti si diffusero soprattutto a partire dall’Alto Medioevo in tutta l’Europa centrale e del nord. Il guanto era nell’istituto feudale simbolo dell’investitura dei poteri da parte del re al vassallo; presso le popolazioni germaniche costituiva anche simbolo di garanzia e difesa della cosa. Lanciare il guanto di sfida, oppure inviarlo tramite un emissario a un nemico, significava sfidare l’avversario a duello e dichiarare guerra fino alla morte.

Passando dalla simbologia del duello alla moda, fu solo nell’800 che cominciarono a diffondersi guanti in tessuti più delicati (cotone filato e seta) con preziosi ricami, adatti a essere portati dal gentil sesso. Molto in voga tra il 1100 e il 1400 anche in Italia e in Francia, i guanti attraversarono un periodo di crisi come accessorio di moda e dopo essere stati quasi dimenticati nel corso del XVIII secolo (si usavano praticamente solo per andare a cavallo o a caccia) tornarono in auge solo alla fine del 1700 con la rivoluzione francese e il costume di indossare mezzi guanti, fino a diventare l’accessorio modaiolo e di lusso odierno.

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